Tu sei qui: PoliticaCava de' Tirreni, primarie Pd. Massimo Buchicchio: «La volpe perde il pelo, ma non il vizio»
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), giovedì 2 marzo 2023 11:00:43
di Massimo Buchicchio
"Vulpis pilum mutat, non mores"
(La volpe cambia il pelo, ma non il comportamento).
prendo in prestito una frase celebre dell'imperatore Vespasiano per sottolineare il comportamento della nomenclatura del Partito Democratico che, persevera con i propri errori e atteggiamenti, che non si risolvono nel tempo né giungono a miglioramento.
Ancora una volta le primarie del Pd hanno evidenziato gli stessi problemi, tra chi lamenta scarso controllo sull'accesso alle urne e chi sospetta mancata trasparenza sullo spoglio dei voti.
E furono proprio la presenza di questi sintomi di una malata "democrazia della partecipazione", con conseguente ripercussione sul piano della qualità della rappresentanza politica, che mi fecero maturare la sofferta scelta di uscire dal Partito Democratico quando, nell'ottobre 2014, il dott. Vincenzo Servalli si affermò quale candidato a Sindaco della città.
Anche allora furono fatte delle primarie in cui esplosero tutti gli atavici problemi dovuti alla mancanza di trasparenza e che videro in quella tornata elettorale, in favore di Servalli, la partecipazione di personaggi "noti" ed esponenti politici di schieramento avversario.
Ma torniamo a parlare di queste primarie del 26 febbraio 2023, a cui sono mancate la incompiuta trasparenza e le contestazioni.
Ma quanto sono affidabili i risultati di questa ultima primaria?
Provo a fare un po' di chiarezza.
L'elezione del nuovo segretario si è svolta in due distinte fasi. Prima gli iscritti al Partito democratico hanno votato, dal 3 al 12 febbraio (19 febbraio per Lazio e Lombardia,) le mozioni dei quattro candidati alla segreteria, Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli ed Elly Schlein. Successivamente, i due più votati Bonaccini e Schlein si sono sfidati alle primarie tenutesi il 26 febbraio aperte a tutti gli elettori.
Come era prevedibile, il Partito Democratico ha avuto subito difficoltà nel garantire il corretto svolgimento di questa prima delicata fase che doveva portare alla successione di Enrico Letta: Dalla conta dei voti alle tessere "gonfiate".
Agli iscritti al Partito Democratico era riservato Il voto alle mozioni dei candidati segretari, che dovevano esprimere la loro preferenza recandosi nei circoli del partito sparsi sul territorio italiano. Come al solito, questo processo è stato viziato dalla mancata trasparenza sul numero degli iscritti al partito aventi diritto al voto.
In varie parti d'Italia e specialmente al Sud, è scoppiato il cosiddetto caso delle "tessere gonfiate".
Con l'approssimarsi della prevista data del voto, l'inaspettato forte aumento dei tesseramenti, avvenuto proprio negli ultimi giorni, ha fatto subito pensare che potessero essere in corso brogli.
In soli tre giorni, per esempio a Caserta, si è passati da 1.600 a 6.000 iscritti al partito. Per questo motivo sono state annullate più di 3.000 iscrizioni fatte negli ultimi giorni. Da quanto appreso da fonti stampa, sembrerebbe "... che questi tesseramenti erano stati fatti di notte, dalle stesse caselle e-mail, pagati in una sola tabaccheria tramite pagamento Sisal, per non risultare tracciabili. ..."
Di conseguenza, il commissario per la Campania Francesco Boccia, si è dimesso dall'incarico e si è dichiarato indignato da quello che sta succedendo a Caserta, dove in alcuni casi non c'è praticabilità di campo.
Al centro delle polemiche è finito, poi, anche il presidente della Consiglio Regionale PD della Campania Gennaro Oliviero, che sosteneva la mozione Bonaccini.
A Sessa Aurunca in provincia di Caserta, paese d'origine di Oliviero, negli ultimi giorni gli iscritti al Pd sono diventati più di mille a fronte dei circa 1.200 voti totali ottenuti dal partito alle ultime elezioni politiche. Del tutto improbabile che a Sessa Aurunca la quasi totalità degli elettori del Pd abbia deciso di iniziare a militare nel partito proprio a pochi giorni dal voto delle mozioni.
Dinamiche molto simili, secondo quanto apparso sulla stampa, si sono verificate a Salerno, dove con singoli bonifici da oltre 40 mila euro sono state pagate 1.500 tessere.
Alla fine, nonostante tutto, Il dato sull'affluenza alle primarie di quest'anno è risultato il più basso nella storia del Partito democratico. Ma circa un milione di voti sarebbe comunque un dato significativo per un'elezione di partito se il funzionamento non fosse regolato dal partito stesso.
In altre parole il regolare svolgimento della votazione e i risultati non sono certificati da nessun ente terzo, ma sono sottoposti solo al controllo degli organi interni del Partito democratico.
Anche per questo, la gestione privata delle "Primarie PD" ha, da sempre, sollevato dubbi sul corretto svolgimento del voto e degli scrutini. Infatti, in occasione delle primarie del 2017, non sono mancati brogli e contestazioni accertati in alcuni seggi del Sud Italia e pubblicati sui giornali. In occasione poi, delle primarie del 2019, i dati sui voti raccolti in valore assoluto da ognuno dei tre candidati corrispondevano a percentuali precise, senza decimali, un fatto piuttosto strano.
Ciò premesso, sorge spontanea la domanda: ma quanto sono affidabili i risultati di queste primarie?
A mio modesto avviso, questo che si è chiuso il 26 febbraio è il congresso di un partito che in troppe realtà è stato trascurato e ha smarrito la sua identità.
C'è nel Partito Democratico qualcosa di malato quando, al dibattito interno, si fanno partecipare e votare persone "estranee", le famose Truppe cammellate di democristiana memoria, che ne influenzano le scelte. E non vederlo vuol dire aggravare l'infezione le cui conseguenze sono potenzialmente mortali.
Al PD per restare collocato nel "centro sinistra" serve, Ad Horas, una svolta epocale da fare per il rispetto che deve, la neo eletta segretaria Elly Schlein, al residuato di persone perbene che ancora in tanti circoli hanno cercato di costruire un congresso "vero".
N.B.: COMUNICATO A TITOLO PERSONALE
Nota sull'autore:
Massimo Buchicchio, nato a Cava de' Tirreni (SA) il 30 agosto 1954. Commercialista, consulente del lavoro e revisore contabile, ex dipendente della UniCredit Banca di Roma dal 1974, dove ha ricoperto incarichi di direzione.
Nell'età giovanile è stato esponente di rilievo del movimento studentesco ed è stato il responsabile della sezione di Cava de' Tirreni del Partito Comunista (Marxista-Leninista) Italiano il cui segretario politico in provincia di Salerno era Michele Santoro - attuale giornalista, conduttore televisivo).
Con la dissoluzione del P.C.(m-l).I. Aderì alla componente lombardiana del P.S.I. per passare poi nel 1976, a seguito della elezione di Craxi a segretario, nel P.C.I.
Dalla svolta della Bolognina, ha seguito tutto il percorso che ha portato alla nascita del P.D. che ha poi abbandonato nel 2014.
Ha più volte ricoperto incarichi di rilievo, in rappresentanza della componente comunista, nel sindacato CGIL, nell'Alleanza Contadini e nel movimento delle cooperative agricole (AICA).
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