Tu sei qui: Libri“L’uomo che arrestò Mussolini”, il nuovo libro di Mario Avagliano a Cava de’ Tirreni
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), lunedì 5 maggio 2025 12:19:20
Il 12 maggio a Cava de' Tirreni la presentazione del nuovo libro di Mario Avagliano "L'uomo che arrestò Mussolini. Storia dell'ufficiale dell'Arma Giovanni Frignani dalla Grande Guerra alle Fosse Ardeatine". La storia intrepida del tenente colonnello dei carabinieri Giovanni Frignani, dalle trincee del Piave all'arresto di Mussolini, dalla Resistenza clandestina a Roma alle Fosse Ardeatine, forse a causa del tradimento di una bionda spia tedesca.
"L'uomo che arrestò Mussolini. Storia dell'ufficiale dell'Arma Giovanni Frignani. Dalla Grande Guerra alle Fosse Ardeatine" (Marlin editore) di Mario Avagliano sarà ospite della Macass APS il 12 maggio alle ore 18:30 presso il Complesso Monumentale di San Giovanni a Cava de' Tirreni (SA), come parte del progetto "Cava che Legge".
Il secondo incontro promosso dalla Macass APS, nell'ambito del progetto culturale "Cava che Legge" con il Comune di Cava de' Tirreni e finanziato dal Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL), si occuperà di storia con un autore metelliano. Interverrà Maria Di Serio, vice presidente Anpi Salerno, mentre in dialogo con l'autore ci sarà Giuseppe Foscari, storico e docente presso l'Università degli Studi di Salerno. Sarà presente anche l'Associazione Nazionale Carabinieri, a sottolineare il nesso tra memoria storica e impegno istituzionale. Durante la serata, il racconto sarà intervallato dalla lettura di stralci significativi tratti dal libro, a cura di Mariangerita Dipasquale, membro della Macass APS.
"Una biografia preziosa che si legge come un romanzo a metà tra il noir e la spy story", così lo ha recensito Aldo Cazzullo sul "Corriere della Sera". Il libro, infatti, è già un best seller e in pochi giorni è giunto alla terza edizione. E non mancano i personaggi legati alla Campania e al Salernitano. Giuseppe Frignani, il fratello di Giovanni Frignani, fu a lungo direttore del Banco di Napoli. Molti dei carabinieri compagni di lotta di Giovanni Frignani nel periodo della Resistenza erano campani, da Raffaele Aversa a Manfredi Talamo, e il suo compagno di prigionia nel carcere delle SS di via Tasso a Roma era il cavese Sabato Martelli Castaldi, generale dell'Aviazione, al quale Mario Avagliano aveva già dedicato in passato una biografia e che è tra i protagonisti anche di questo libro.
Tra i militari attivi nella Resistenza ci furono anche molti carabinieri e dodici di essi furono trucidati alle Fosse Ardeatine. Uno di questi fu il tenente colonnello Giovanni Frignani, di Ravenna, volontario nella Grande Guerra, decorato al Piave, membro dei servizi segreti militari e protagonista di casi clamorosi di controspionaggio, come quello francese ai danni della Regia Marina. Nonostante il fratello Giuseppe fosse stato deputato fascista, sottosegretario alle Finanze e uomo di fiducia del duce nel mondo delle banche, il 25 luglio 1943 il comando generale dell'Arma affidò proprio a lui il compito dell'arresto di Benito Mussolini all'uscita di Villa Savoia a seguito del colloquio con il re e il sequestro dei diari di Claretta Petacci e delle lettere del duce alla sua amante. Il mese successivo, sempre Frignani fu protagonista di un altro episodio che fece rumore: la morte del gerarca fascista Ettore Muti. Dopo l'8 settembre 1943, fascisti e nazisti misero una taglia su Frignani, che fu tra i principali promotori del Fronte militare clandestino dei carabinieri, inquadrato nella più ampia organizzazione guidata dal colonnello Montezemolo. Arrestato dalle SS, forse su delazione di una bionda spia tedesca, finì nel carcere di via Tasso e il 24 marzo 1944 fu assassinato alle Fosse Ardeatine. Nel dopoguerra gli venne assegnata la medaglia d'oro. Mario Avagliano, facendo ricorso a lettere, memoriali, documenti d'archivio, testimonianze di parenti, ricostruisce la sua vita avventurosa e intrepida. Un viaggio appassionante attraverso il fascismo di un carabiniere eroe della Resistenza.
"Una biografia preziosa che si legge come un romanzo a metà tra il noir e la spy story".
Tra i militari attivi nella Resistenza a Roma ci furono anche migliaia di carabinieri e dodici di essi furono trucidati alle Fosse Ardeatine: sei ufficiali, tre sottufficiali e tre carabinieri semplici, tutti decorati con medaglia d'oro al valor militare alla memoria. La loro storia personale s'intreccia con quella più generale dell'Arma nel biennio 1943-1945, malvista dai nazisti e dai fascisti per il tradizionale distacco che aveva sempre mantenuto nei confronti del regime di Mussolini e per il legame con la monarchia, nella quale molti carabinieri, al pari di tanti altri militari, videro il simbolo della continuità statale italiana dopo l'armistizio.
Uno di questi carabinieri era il tenente colonnello Giovanni Frignani, originario di Ravenna. Volontario durante la Grande Guerra, aveva combattuto sulle trincee del Piave ed era stato membro dei servizi segreti militari, risolvendo casi importanti di controspionaggio internazionale e catturando due pericolose spie al soldo della Francia. Una carriera brillante, impreziosita da medaglie, encomi e riconoscimenti, sempre tenendosi a debita distanza dal regime fascista, nonostante che il fratello Giuseppe fosse stato il ras di Ravenna ai tempi delle violenze squadriste di Italo Balbo e Dino Grandi, e poi deputato del Listone del 1924, sottosegretario alle Finanze e uomo di fiducia del duce nel mondo delle banche. Negli anni di guerra, Frignani registrò senza censure il crescente malcontento e l'insoddisfazione della popolazione verso Mussolini e il fascismo, e segnalò le azioni poco edificanti di alcuni gerarchi e anche le manovre e le misure adottate dall'alleato tedesco per una possibile futura occupazione dell'Italia. Ma le sue informative, se erano apprezzate dal Comando Generale dell'Arma, procuravano invece fastidio al duce e ai suoi diretti collaboratori, tanto che nel giugno 1943 il dittatore ne chiese l'allontanamento da Roma e l'invio in zona di fronte.
Giornalista e storico, è membro di prestigiosi istituti storici (Irsifar e Sissco), si occupa di storia del Novecento e ha ricevuto molti premi per la sua attività di saggista. Tra i libri pubblicati ricordiamo: Generazione ribelle (Einaudi 2009), Il partigiano Montezemolo (Baldini & Castoldi 2014, Premio Fiuggi Storia) e, con Marco Palmieri, Gli internati militari italiani (Einaudi 2010, Premio Nazionale Anpi), Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (Einaudi 2011), Voci dal lager. Diari e lettere di deportati politici italiani (Einaudi 2012), Di pura razza italiana (Baldini & Castoldi 2013), 1948. Gli italiani nell'anno della svolta (Il Mulino 2018, Premio Fiuggi Storia), I militari italiani nei lager nazisti (Il Mulino 2020), Paisà, sciuscià e segnorine (Il Mulino 2022), Il dissenso al fascismo (Il Mulino 2023, Premio Emilio Lussu e Premio Minturnae), Le vite spezzate delle Fosse Ardeatine (Einaudi 2024), Italiani d'America. La grande emigrazione negli Stati Uniti (Il Mulino 2024).
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