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Tu sei qui: SezioniCronacaMalato di mente aggredisce un anziano
Scritto da (admin), mercoledì 30 luglio 2003 00:00:00
Ultimo aggiornamento mercoledì 30 luglio 2003 00:00:00
«Volevo ripulire le strade dai guardoni»: una spiegazione assurda per un'aggressione violenta. Un uomo di 45 anni, alcolizzato e con gravi problemi psichiatrici, ha picchiato il primo sventurato che gli è capitato a tiro: un pensionato che stava passeggiando in Piazza Ferrovia. Secondo alcune testimonianze, l'anziano sarebbe stato dapprima avvicinato e poi percosso con una bottiglia. È il secondo caso a distanza di un paio di giorni. La settimana scorsa, un'altra aggressione ad opera dello stesso uomo, che ha preso di mira una coppia di anziani a Piazza Abbro. I due episodi, risoltisi per fortuna con conseguenze non gravi, hanno inasprito la mai sopita polemica che vede al centro dell'attenzione proprio l'assistenza fornita ai malati di mente. Secondo gli operatori dell'Emergenza e del Pronto Soccorso, continuano con regolare puntualità le incursioni all'interno dei presidi sanitari di persone con disturbi mentali, soprattutto la notte. Più sporadici gli episodi violenti, che gettano nel panico passanti ed operatori dei soccorsi. Ma chi si deve prendere cura di loro? Risponde Matteo Forte, direttore del Dipartimento di Psichiatria dell'Asl Sa1: «Occorre fare una precisa premessa: i pazienti psichiatrici non hanno coscienza della loro malattia e, soprattutto, sono reticenti ad ogni tipo di assistenza. Non chiedono e non vogliono essere curati». Forte chiarisce di non avere le informazioni precise per poter commentare i due episodi in questione, ma replica alle accuse di vuoto di assistenza: «Con la legge Basaglia e la chiusura dei manicomi, l'assistenza è stata spalmata sul territorio. Nella nostra Asl abbiamo istituito un Centro di Salute mentale per ogni cittadina di almeno 50mila abitanti». L'elenco prevede il presidio di Cava, la Costiera Amalfitana, Angri, Nocera Inferiore, Nocera Superiore (Materdomini), Pagani e Sarno. «Questo sistema, se applicato correttamente, fornisce assistenza ai malati e tutela i cittadini. I Centri di Salute mentale svolgono, infatti, attività d'emergenza ed urgenza ed attività programmata per i pazienti in cura». Secondo Forte, in caso di emergenza i primi soccorsi devono arrivare dal 118: «Gli operatori dovranno valutare il paziente ed allertare il Centro di Salute mentale. Siamo, però, in uno Stato garantista e, dunque, per limitare i facili ricoveri, il cosiddetto Tso (Trattamento sanitario obbligatorio), che prevede un ricovero di 40 giorni, può essere richiesto solo se il paziente è grave e rifiuta la terapia o se pericoloso e pubblicamente scandaloso». Sono in fase di realizzazione, intanto, i cosiddetti Centri di Ascolto diurno, che in un sistema integrato con i Servizi sociali dei Comuni assicureranno le cure domestiche e giornalieri ai pazienti.
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