Tu sei qui: PoliticaUna telenovela iniziata in estate
Inserito da Il Salernitano (admin), mercoledì 17 novembre 2004 00:00:00
Alla fine Messina si è dimesso. Dopo il tira e molla tra i partiti, la rottura con An, la fragile maggioranza, soprattutto in Consiglio comunale, è arrivata la decisione più difficile. Nell'ultima seduta del parlamentino metelliano il sindaco si è sentito aprire una voragine sotto i piedi per l'incoerenza dei partiti, Forza Italia in primis. La crisi investe la Giunta e l'intera Amministrazione nella scorsa estate, quando, oltre all'allontanamento volontario di Pasquale Petrillo e di Carmine Adinolfi, An chiede la verifica per il riassetto generale di un governo cittadino "scricchiolante". A settembre An si rafforza in Consiglio con l'ingresso nelle sue fila di Bisogno e Ferrigno. Forza Italia risponde con il rientro di Maddalo e Ventrello e con il ricompattamento generale. Tutti e 13 uniti, patto d'acciaio firmato dall'intero gruppo e dal sindaco, con una minima rivisitazione del progetto politico targato Messina. I partiti iniziano a trovare un punto di incontro. Udc, Fi, An e Pdc sembrano intavolare una coerente discussione per risolvere la crisi in maniera radicale e definitiva. An vuole che siano rimessi in discussione assessori e dirigenti, per verificare, mettere a punto ed andare avanti. Punti condivisi dagli altri partiti della coalizione. L'accordo sembra esserci, ma il Consiglio comunale di ottobre riapre la crisi. Sulle variazioni di Bilancio An vota in maniera negativa: «Si tratta di un problema politico». Dopo 48 ore Messina caccia dalla Giunta gli amministratori di An Siani, Napoli e Santoriello, togliendo le deleghe consiliari a Palumbo, Fariello e Schillaci. E mentre i vertici provinciali cercano di risolvere la situazione, la frittata è servita dall'ultimo Consiglio comunale. Si vota sulla variazione del regolamento delle adunanze consiliari. Forza Italia si spacca, in pochi seguono il pensiero di Messina. Anche il fedele Udc gli vota contro ed il regolamento cambia. Senza maggioranza ed ostaggio dei partiti, il sindaco azzera la Giunta e manda tutti a casa. La decisione rientra poco dopo, con la nomina di una mini-Giunta composta da Forza Italia (Barbuti, Gigantino e Carleo) e Pdc (Laudato), per garantire il prosieguo dell'azione amministrativa. Il resto è storia di oggi. Ora ci si chiede: An, Fi, Udc e Pdc saranno in grado di evitare il crollo dell'Amministrazione Messina?
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