Tu sei qui: Politica‘Manifesti in libertà vigilata'
Inserito da (admin), giovedì 22 aprile 2004 00:00:00
La visione preventiva dei manifesti politici, disposta dal sindaco Alfredo Messina, suscita ancora polemiche. Interviene Andrea Annunziata, deputato della Margherita, che definisce la decisione del primo cittadino metelliano un «atto antidemocratico». Ed è un «atteggiamento gravissimo - accusa Annunziata - affidarsi ad un legale per perseguire eventuali responsabilità penali in ordine a presunti reati di procurato allarme nei confronti di chi, cittadini o partiti, si è espresso». Per Annunziata è in atto un chiaro tentativo di «limitare la liberta di espressione non solo delle formazioni politiche, ma anche di cittadini che intendono esprimere le loro preoccupazioni». Il parlamentare della Margherita - il caso è scoppiato proprio per un manifesto dei Circoli del partito sulla questione delle antenne di telefonia cellulare - annuncia ulteriori iniziative. Una, in particolare, riguarda l'invio di una lettera riservata al prefetto Laudanna. Messina si difende affermando che la sua «non è una censura». Il 9 aprile del 2004, con propria direttiva inviata al dirigente dell'VIII Settore, il sindaco aveva chiesto che qualsiasi manifesto di contenuto politico, anche se si trattasse dell'annuncio di un banale convegno o di una pubblica assemblea, fosse preventivamente sottoposto alla sua attenzione, al fine di venire a conoscenza, quale primo cittadino, del contenuto dello stesso con il dovuto anticipo. E questo perché «ritengo sia utile e conveniente da un punto di vista istituzionale che venga ripristinata una prassi in uso fino a qualche anno fa». Cioè la visione preventiva. «Siamo tornati ai tempi del podestà», afferma il senatore Roberto Manzione, che in un'interrogazione parlamentare ha rappresentato la gravissima lesione di diritti costituziolamente garantiti. «E' istituita una forma di censura preventiva sui manifesti che le forze politiche depositano presso gli uffici per l'affissione. E' necessario ripristinare la legalità e l'agibilità demoratica per tutte le forze politiche», ha chiuso il senatore. Polemico il segretario diessino Franco Prisco: «E' un atto illegittimo ed estramente grave, che mette a rischio la libera espressione delle idee. Messina non può per la debolezza del proprio esecutivo assumere toni e forme provocatorie e mortificanti per la democrazia». Da Palazzo di Città la replica è in stile burocratico. E si rinvia alle dichiarazioni del sindaco. «Non c'è censura, ma solo una visione preventiva per cautela, nulla di più». Quanto all'incarico affidato ad un legale, l'avvocato Marcello Giani, esso si limita alla vicenda della pubblicazioni relative al caso delle antenne di telefonia cellulare. In quei testi sarebbero contenute affermazioni lesive dell'onorabilità dell'Amministrazione e notizie che procurano immotivato allarme.
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