Tu sei qui: PoliticaLa Margherita perde i petali
Inserito da (admin), giovedì 29 giugno 2006 00:00:00
Terremoto nella Margherita. Il consiglio direttivo si dimette per protestare contro l'intervento della dirigenza provinciale nella trattativa in corso al tavolo del centrosinistra. Intanto Gravagnuolo, dopo aver varato la Giunta a 5 con l'esclusione della Margherita ed assegnate le deleghe, convoca per il 5 luglio, alle 18, il primo Consiglio comunale, con all'ordine del giorno la surroga dei consiglieri nominati assessori e l'elezione del presidente del Consiglio.
Nella coalizione il clima è pesante, nonostante l'ostentata sicurezza mostrata dai segretari di partito e dallo stesso sindaco. Tuttavia, da più parti si precisa che l'accordo deve essere ratificato nella sua interezza e deve essere una mappa precisa degli incarichi, degli impegni, delle nomine. Si chiede che ci sia nero su bianco su tutto e su tutti. «Altrimenti si rischia di partire con il piede sbagliato», si sussurra tra le quinte del Palazzo. Ma è dalla Margherita, già scossa dal dissenso interno, che si invoca un'azione forte e chiarificatrice: «Ora l'iniziativa deve passare al sindaco ed alla delegazione provinciale della Margherita. Occorre fare chiarezza, restituire serenità alla vita politica del partito e della coalizione. Bisogna dare seguito al documento fatto recapitare al sindaco al momento della presentazione della Giunta a 5. Il partito, i consiglieri comunali della Margherita, esigono rispetto indipendentemente dalla questione interna, per la quale è già in corso un chiarimento richiesto e sentito da tutti», afferma Gianpio De Rosa. E la soluzione deve avvenire prima della seduta del Consiglio comunale.
Dunque, chiamati in causa sia il sindaco Gravagnuolo che il coordinatore provinciale Villani. Ma è il malessere che attraversa la Margherita che preoccupa. Nella tarda serata di ieri il direttivo del fiorellino, composto dal segretario Francesco Ragni, da Gennaro Galdo, Pierfederco De Filippis (quest'ultimo ha rimesso anche l'incarico di dirigente provinciale), Alfonsina De Filippis, Carmine Adinolfi, Alfredo Venosi, Costabile Virtuoso, Francesco Petruzzelli, si è dimesso ed ha inviato a Rutelli, De Mita, Scalera e Villani un documento in cui si stigmatizza il comportamento avuto dai dirigenti provinciali nella soluzione del caso Cava.
«Si dimettono - così si legge nella nota emessa - a difesa della loro dignità di persone non rispettate, dissentono e protestano per un immotivato intervento della dirigenza provinciale». Difendono, inoltre, l'impegno profuso per la costruzione e la difesa di un'alleanza per la stesura del programma e per la formazione della lista. Ma denunciano senza veli che la trattativa è stata condotta con i soli consiglieri comunali, esautorando completamente l'autonomia degli organi di base. Infine, la delusione e l'amarezza nei confronti dei partiti alleati: «Non hanno chiesto che l'accordo venisse chiuso al tavolo politico, come è sempre avvenuto nel rispetto geloso delle prerogative di una comunità locale, che vanno difese nei fatti e non solo proclamate nei programmi». Ce n'è per tutti.
Intanto, dopo l'assegnazione delle deleghe (a Rossana Lamberti disegno urbano e contenzioso; a Michele Coppola il turismo; a Rosella Mastroroberto, assessore esterno, sicurezza e viabilità; a Germano Baldi l'ambiente; a Francesco Musumeci sviluppo e lavoro), ora l'attenzione del sindaco è rivolta a completare il lavoro iniziato nei giorni scorsi. Sa che i problemi sul tappeto non sono pochi e non tutti facili. Gravagnuolo è chiamato a fare uso delle sue capacità mediatrici, ma anche del suo intelligente decisionismo. La confusione di questi giorni al Palazzo dovrà cedere il posto all'organizzazione, all'efficienza ed alla produttività. Ma quanto prima lo stesso sindaco, per l'impegno assunto in prima persona, inizierà a mettere ordine ed avviare il processo di ottimizzazione della macchina comunale. «È una delle prime qualità a cui miriamo», conclude.
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