Tu sei qui: PoliticaVoto di scambio, indagati Messina, Petrillo e Lambiase
Inserito da (admin), mercoledì 29 ottobre 2003 00:00:00
Violenza privata in relazione a presunti voti di scambio: è l'ipotesi di reato per cui sono indagati (procedimento n. 9560/2003) il sindaco Alfredo Messina, il capo staff Pasquale Petrillo ed il dipendente comunale Vincenzo Lambiase. Quest'ultimo è stato raggiunto da un avviso di garanzia, con invito di comparizione giovedì prossimo negli uffici della Digos della Questura di Salerno per il primo interrogatorio. La vicenda riguarda il ritiro della candidatura a sindaco di Cava da parte di Giovanni Baldi, attuale presidente del Consiglio comunale. La rinuncia di Baldi scaturì, secondo il magistrato inquirente, da pressioni che avrebbe esercitato il dipendente comunale Vincenzo Lambiase, ispirato da Messina e Petrillo. La notizia di un'indagine formale a carico di questi ultimi emerge dal testo dell'invito a comparire emesso dalla Procura della Repubblica e notificato ieri mattina a Lambiase. L'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Massimo Lo Mastro, dovrà verificare se, come si legge dal provvedimento emesso dalla Procura, durante la campagna elettorale per le amministrative del 2000, Alfredo Messina, all'epoca candidato sindaco, Petrillo e Lambiase, in qualità di suoi sostenitori, abbiano commesso effettivamente il reato di cui sono indagati. L'accusa sarebbe di aver agito in concorso - Alfredo Messina e Pasquale Petrillo come mandanti, il dipendente Lambiase come esecutore materiale - nel mettere in essere minacce nei confronti del candidato avversario alla carica di sindaco, Giovanni Baldi, e di suo padre, Torquato. Azioni dissuasive, secondo gli inquirenti, ed anche promesse di vantaggi se, ritirandosi dalla competizione elettorale, avesse fatto convergere su Messina i voti che era in grado di controllare. Quelle presunte intimidazioni avrebbero portato alla rinuncia di Baldi alla propria candidatura ed al dirottamento dei suoi voti su Alfredo Messina, suo compagno di partito. In cambio, Baldi avrebbe ricevuto la presidenza del Consiglio comunale, incarico che attualmente ricopre. Il caso è uno dei tronconi principali di un'ampia e delicata indagine condotta dalla Direzione investigativa antimafia. Ad attivarla sono state le denunce che Lambiase ha raccolto in un dossier, consegnato ai magistrati dagli avvocati difensori del dipendente comunale, Alberto Clarizia ed Alfonso Senatore. Lambiase, sul quale pende un procedimento amministrativo interno per le accuse di presunte aggressioni nei confronti del sindaco e del capo staff, chiese di essere ascoltato. E così, a più riprese, negli uffici della Dia parlò di presunti voti di scambio. Secondo le sue dichiarazioni, confermate dai suoi difensori, Lambiase sarebbe stato incaricato da Messina e Petrillo prima per la raccolta di voti attraverso la sottoscrizione di tessere di partito, poi per convincere Giovanni Baldi a ritirare la sua candidatura. L'episodio sarebbe stato ricostruito con minuziosi particolari, tra cui una telefonata a tarda notte tra Lambiase, Messina e Petrillo: quella in cui ci sarebbe stato l'eventuale ordine di minacciare Giovanni Baldi.
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