Tu sei qui: PoliticaCaso "Di Mauro", Consiglio caliente
Inserito da (admin), martedì 7 novembre 2006 00:00:00
Il Consiglio comunale, all'unanimità, apre per i dipendenti della "Di Mauro" una concreta possibilità di speranza. Una seduta particolarmente burrascosa, fatta di scontri con toni anche duri. Il sindaco Gravagnuolo propone a maggioranza ed opposizione di tentare un ordine del giorno comune a tutela dei lavoratori. Resistenze iniziali, poi un ordine del giorno votato all'unanimità, tra gli applausi dei dipendenti che erano accorsi alla seduta ed avevano sottolineato con applausi o dissensi le varie fasi del lungo e drammatico dibattito. «Esiste una situazione di gravissimo rischio di licenziamento per i 77 operai dell'Azienda, attualmente in cig», affermano tutti. Di qui la necessità di predisporre tutti gli atti per prevenire questa ipotesi e dare una risposta alle richieste avanzate dagli organi di procedura giudiziale in ordine alla classificazione dell'area.
«Abbiamo ascoltato gli interventi dei dirigenti dell'Ente, che hanno attestato che l'attuale classificazione sia frutto di un errore materiale di compilazione della mappa urbanistica, considerato che dal punto di vista urbanistico non si può notare che vi sia nella zone una forte urbanizzazione nel pieno centro cittadino, incoerente con l'attuale conformazione urbanistica della città, il Consiglio comunale all'unanimità ha deciso con un proprio ordine del giorno di avviare tutti gli atti per la definizione del problema, impegnando i capigruppo e le commissioni tecniche politiche», ha affermato l'assessore alle Attività produttive, Francesco Musumeci.
L'argomento non era all'ordine del giorno, ma è stato proposto da un'interrogazione voluta fortemente dal consigliere Luigi Napoli di An. «Occorre stasera essere concreti - ha affermato Antonio Armenante - Fra 25 giorni scade la Cassa Integrazione e non potrà essere rinnovata se non c'è un'idea progettuale dell'area, rispetto alla quale noi abbiamo il dovere morale di dare risposte chiare e precise». E qui sono tornate nell'aula le varie proposte, quella della Confesercenti, polo culturale, di Messina, acquisizione del bene da parte del Comune. «Affascinanti, ma solo utopiche e poco aderenti alla realtà, particolarmente in un momento così drammatico», aggiunge Antonio Barbuti della Margherita.
Il sindaco Gravagnuolo con serenità ha fatto il punto della situazione, illustrando tutti i passi fatti, con gli operai, con il curatore fallimentare, con il magistrato. «Ci siamo mossi solo per difendere gli operai nel segno della trasparenza. Abbiamo ritenuto irricevibile qualsiasi proposta che non tenesse conto di questi elementi: trasparenza, legalità e difesa degli operai. Questa è la nostra strada e non deborderemo. Se si vorranno percorrere altre strade non le ostacolerò, anzi sono disposto a dare la delega, ma è un percorso che certamente non porterà a buon fine».
Poi l'ordine del giorno unanime. «E' stata la vittoria della responsabilità e della passione per la città», afferma Luigi Napoli. «Hanno vinto la città e l'interesse della città», aggiunge Messina. «E' merito dell'intero Consiglio comunale aver individuato una strada comune per gli operai e per la città», sottolinea Giovanni Baldi.
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