Flusso di CoscienzaTerni, l'ordinanza anti-prostituzione fa discutere: «Divieto di abbigliamento indecoroso»

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Terni, l'ordinanza anti-prostituzione fa discutere: «Divieto di abbigliamento indecoroso»

È «fatto divieto a chiunque» di tenere un «abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione».

Inserito da (Maria Abate), sabato 30 ottobre 2021 13:24:03

È «fatto divieto a chiunque» di tenere un «abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione».

Questo uno dei passaggi di un'ordinanza "anti-prostituzione" firmata dal sindaco di Terni, Leonardo Latini (Lega), finita al centro di una polemica politica.

A giudicare comportamenti non decorosi o se il vestiario delle donne è discinto o meno saranno le Forze dell'ordine.

Nell'ordinanza sono previste «multe dai 200 ai 500 euro per chi usa segni di richiamo, di invito e di saluto allusivo».

«No, non siamo in Afghanistan sotto il regime talebano ma in Umbria», commenta la senatrice umbra M5s, Emma Pavanelli, secondo cui le soluzioni della Lega sono «grottesche e offensive per la tutela del territorio ternano».

Ad esprimere il proprio sdegno anche Federico Burgo, vice presidente dell'associazione Terni Valley, secondo cui con l'ordinanza anziché ostacolare la prostituzione «si puniscono le donne e la loro libertà di vestirsi, in linea con un ideale di società antica e patriarcale, oltre che paternale».

«Roba da Medioevo», tuona il giudice di Cassazione Angelo Socci, che ha lavorato a Terni sui reati di violenza contro le donne.

Per Stefania Parisi, già assessora alla scuola e all'ambiente del Comune di Terni, «il degrado di un territorio è tutt'altra cosa e trova in altri fattori le cause. È imputabile ad una scarsa attenzione della ordinaria amministrazione alla vita della città».

«Nessun divieto di minigonne o scollature, ma solo l'intenzione di fornire alle forze dell'ordine uno strumento per intervenire e impedire fenomeni odiosi come lo sfruttamento della prostituzione», ha assicurato il Primo Cittadino all'Adnkronos, per rispondere alle polemiche sorte in merito alla sua ordinanza.

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