Tu sei qui: Economia e TurismoLacrime e rabbia negli spogliatoi
Inserito da (admin), lunedì 20 giugno 2005 00:00:00
L'amarezza è tanta nel clan aquilotto. Ed Ottavio Cutillo, in sintonia con il suo personaggio, non poteva esserlo meno degli altri. Contro l'arbitro Velotto, ma anche contro una piazza che non lo ha saputo sostenere. Eppure, non vuole gettare la spugna. Il sogno cavese lo vuole continuare. Era arrivato a Cava lo scorso giugno come un oggetto misterioso. Dopo l'esperienza Della Monica al timone della nave aquilotta, era stata l'unica ancora di salvezza in alternativa alla scomparsa del calcio. E subito Ottavio Cutillo, da Candida, paese nell'Avellinese, patria di Pierpaolo Marino, era stato capace di infiammare la piazza. Un volo che stava per completarsi. Sino alla fine la Cavese ha provato a conquistare la C1. Poi la finale di Gela ed un arbitro protagonista in negativo. Non vuole sentire ragioni, il presidente Cutillo. Aspetta l'arbitro a lungo davanti allo stanzone, vuole dirgli in faccia quello che pensa di lui. Poi attende fuori la terna quando si infila in auto e rivolge ai quattro un applauso ironico: «Ce l'hanno fatta perdere questa finale. Così ti viene voglia di smettere. Un anno di sacrifici viene buttato al vento per un arbitro che ti rovina una partita. Le espulsioni non stanno né in cielo né in terra».
Campilongo: «Contro anche l'arbitro, ma possiamo ripartire»
Lacrime e rabbia. Delusione in campo tra i calciatori, nel settore riservato ai mille tifosi cavesi, poi negli spogliatoi. Il sogno svanisce a Gela, l'ultimo appuntamento è fatale per la Cavese. I tifosi, però, applaudono i loro eroi ed accettano le magliette. I gelesi, correttissimi, salutano gli ospiti che se ne vanno senza la C1. Nel vecchio e pericoloso stadio "Presti" da una parte si festeggia, dall'altra c'è il rammarico enorme per una stagione condotta alla grande, cui è mancato solo l'acuto finale. «Impossibile vincere in 9 contro 12. Sì, perché noi abbiamo giocato in 9 contro 11 avversari, più l'arbitro. Il signor Velotto era decisamente in cattiva giornata e ci ha penalizzati in tutti i modi». Sasà Campilongo, allenatore della Cavese, che oggi torna a Coverciano per il corso, sposta poi l'analisi su tutta la stagione e sul suo futuro: «Sicuramente la rosa troppo limitata si è fatta sentire, anche in questa finale play-off avevo gli uomini contati. Abbiamo sopperito alle difficoltà con un grande gruppo. Alla Cavese ci penso, ma ci vogliono programmi competitivi. L'anno prossimo si deve ripartire per vincere, solo così potrei continuare». Vincere in C2, oppure ben figurare in C1: già, perché Campilongo crede nel ripescaggio: «La società è sana, abbiamo perso in finale, non credo che molte altre, invece, se la passino bene. Al ripescaggio ci credo. Per il mio futuro vedremo, qualche chiamata dalla C1 è arrivata. Sono felice che a Cava sia stato apprezzato il mio lavoro, la squadra ha messo in campo il mio carattere». La pensa così anche il direttore sportivo Nicola Dionisio: «Forse hanno voluto far pagare qualcosa alla Cavese. L'arbitro ci messi nelle condizioni di non poter offendere. Prima in 10, poi in 9, due espulsioni inesistenti». Sul futuro conferma la tesi di Campilongo: «Siamo sicuramente in corsa per il ripescaggio. Molte retrocesse in C1 ed altre neopromosse, tra cui lo stesso Gela, non se la passano benissimo. La Cavese, invece, ha i conti a posto e sul campo ha dimostrato di meritare la C1. In questo senso sono fiducioso. Solo così ci sarà giustizia».
Il sindaco tra i tifosi: «Non ci fermiamo»
C'era anche il sindaco Messina a Gela a sostenere la Cavese. La promessa l'ha mantenuta. Prima del fischio d'avvio era a centrocampo con il sindaco di Gela, Crocetta. I due si sono scambiati le sciarpe delle due squadre e le hanno sventolate. Poi Messina si è sistemato nei Distinti con i tifosi cavesi. «Abbiamo dato prova di grande civiltà. Da questo punto di vista occorreva un riscatto che c'è stato. Peccato per il risultato sportivo. I ragazzi ce l'hanno messa veramente tutta, ma con un arbitro così era difficile vincere». Messina parla da sindaco, ma innanzitutto da primo tifoso: «Le due espulsioni sono state esagerate, così una finale diventa a senso unico. Indubbiamente la partita è stata falsata. Un grazie va comunque alla società, all'allenatore ed al gruppo di calciatori, che hanno avuto il grande merito di riportare a Cava l'entusiasmo. A Gela c'erano tantissimi tifosi: ora non bisogna fermarsi, ma guardare avanti. Il ripescaggio in C1? Non lo so, speriamo».
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