CronacaKabul, la madre del caporalmaggiore Randino: «Mio figlio non è morto invano, sarà sempre un eroe»

Cava de' Tirreni, Kabul, Afghanistan

Kabul, la madre del caporalmaggiore Randino: «Mio figlio non è morto invano, sarà sempre un eroe»

«Amarezza e tristezza, soprattutto, per quelle donne, quelle bambine, che saranno vendute come oggetti, costrette a sposarsi a sconosciuti. Ma mio figlio non è morto invano

Inserito da (redazioneip), giovedì 19 agosto 2021 14:36:06

«Provo tanta amarezza a vedere le immagini di Kabul. Amarezza e tristezza, soprattutto, per quelle donne, quelle bambine, che saranno vendute come oggetti, costrette a sposarsi a sconosciuti. Ma mio figlio non è morto invano, ha compiuto il suo dovere e lo ricorderò sempre come un eroe, perché questo è stato». Sono le parole, pubblicate su "La Repubblica", di Anna D'Amato, madre del caporalmaggiore Massimiliano Randino, uno dei due militari campani caduti nell'agguato del 17 settembre del 2009, con altri quattro soldati italiani, durante la missione in Afghanistan.

Nell'attentato del 2009 oltre a Randino, nato a Pagani, residente fino al 1992 a Cava de' Tirreni, poi a Nocera Superiore, dove abita ancora la mamma, morì anche il sergente maggiore Roberto Valente: era di Napoli e viveva con la moglie a Soccavo.

A Randino è stata dedicata una strada e pochi giorni fa il sindaco di Cava dei Tirreni Vincenzo Servalli ha affermato: «Credo che in queste ore il nostro primo dovere sia ricordare i 53 soldati italiani morti in Afghanistan. Ringraziare i 700 feriti ed i 50.000 uomini alternatisi in questi 20 anni. Hanno dato prova di grande coraggio e professionalità facendo onore all’Italia. La fuga precipitosa a cui stiamo assistendo è una scelta politica, uno spettacolo indecoroso che rimarrà a lungo nella memoria di quel popolo e soprattutto di chi si era fidato dell'Occidente».

Leggi anche:

Afghanistan, fuga disperata all'aeroporto di Kabul. Sindaco di Cava: «Spettacolo indecoroso che rimarrà a lungo nella memoria»

 

Galleria Fotografica