Tu sei qui: Storia e StorieRitorno Rianimazione a Cava de' Tirreni, Civetta: «L'avevo promesso a mio figlio, bisognava riaccendere riflettori sull'Ospedale»
Inserito da (redazioneip), giovedì 17 giugno 2021 09:01:45
Il Comitato Civico "Il piccolo Antonio Civetta" è stato in prima fila nella battaglia per la riapertura del reparto di Rianimazione dell'ospedale di Cava de' Tirreni. Tutto ebbe inizio a dicembre, quando il piccolo Antonio, figlio di Paolo, accusò forte attacco d'asma. Il bimbo, come molti ricorderanno, venne trasferito al nosocomio metelliano, dove venne accudito e salvato dai sanitari. Dopo quei terribili momenti, Paolo decise di realizzare un Comitato dei Cittadini per salvaguardare e tutelare l'ospedale cavese
«Dopo l'esperienza vissuta con mio figlio e vedendo lo stato in cui versa l'Ospedale, sul lettino dove stava mio figlio gli feci una promessa e dovevo mantenerla a tutti i costi. Così ho avuto l'idea di creare un Comitato di Cittadini per svegliare le coscienze di tutti noi per far riaccendere i riflettori sul nostro Ospedale».
Il Comitato, nel giro di pochi mesi, raccolse sempre più consensi, non solo a Cava de' Tirreni ma anche nella vicina Costiera Amalfitana.
Con la annunciata riapertura del reparto di Rianimazione, Civetta ha tracciato un bilancio del suo lavoro, parlando anche di attacchi ricevuti sul piano personale e familiare:
«Sto ricevendo tantissime chiamate e messaggi di stima, vicinanza, fiducia e sostegno di andare avanti. Ho ricevuto alcuni inqualificabili attacchi sul piano personale e familiare da personagetti il cui obiettivo era solo quello di screditare per squallidi interessi personali e tornaconti...Ma la mia dignità non ha prezzo, il mio onore e la mia libertà non sono in vendita e non mi faccio tirare la giacchetta da nessuno. E non nascondo che ho pensato per un attimo anche di mollare. Io non sono nessuno, soltanto un cittadino che prova un amore viscerale per la sua Città.
Un ringraziamento in primis va a chi con me dall'inizio ha abbracciato questa causa Geltrude Barba, Alfredo Senatore, a chi lavora nelle retrovie con grande umiltà, e poi si sono aggregati altri fino ad arrivare ad oltre 14.000. Altre lotte ancora più difficili ci attendono...Io ci ho messo anima, cuore, sangue, salute, ho tolto tempo prezioso alla mia famiglia e al mio lavoro, il tutto senza alcun interesse se non quello per il bene comune dei miei concittadini, per la nostra Città che ha una storia così antica, gloriosa e straordinaria che non la rende inferiore a nessuna e non deve mai chinare la testa....14.000 e oltre volte grazie a tutti voi...».
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