Tu sei qui: Storia e StorieLe tradizioni del Centro Europa
Inserito da (admin), lunedì 23 dicembre 2002 00:00:00
ALTA BADIA
Il periodo natalizio in Alta Badia inizia il 5 e 6 dicembre, quando si celebra la festa di San Micurà (San Nicolò), che indossa gli abiti sontuosi del porporato e regge in mano il pastorale. È in compagnia di un'eterea fanciulla con vesti angeliche. Costoro fanno visita ai bambini, ammonendoli per le eventuali marachelle commesse ed elargendo loro, poi, i sospirati e succulenti doni. Ai due si aggiunge la chiassosa e scampanellante compagine dei malans. Questi demoni, neri ed imbrattati di fuliggine, sono rivestiti di grosse pelli e calzano una terrificante maschera lignea, da cui sbucano due corna caprine. Sono muniti di poderosi campanacci, catene e fanno sibilare minacciosamente nell'aria una verga: un rito arcaico, con il quale si pensava già in passato, verosimilmente, di esorcizzare le forze del male presenti nei mesi invernali. Molto apprezzato l'appuntamento del 5 dicembre a La Villa, dove San Nicolò ed il suo seguito si presentano ai bambini su delle slitte trainate da cavalli. Nel centro del paese, illuminato con moltissime fiaccole, si distribuiscono doni a tutti i bambini e, naturalmente, il vin brulè a tutti gli adulti. Il 1° gennaio (in lad. "Nanü") i bambini badioti vanno per le case, intonando un inno beneaugurante dal titolo "Bun dé y bun ann", portando a tracolla un capiente carniere candido, nel quale ripongono la "bambona", cioè un dono.
SVIZZERA
Tutto comincia all'inizio di dicembre, quando le mamme acquistano quei calendari che danno la possibilità di aprire la finestrella e mangiare il cioccolatino che vi è contenuto, aspettando pazientemente il Natale. Uno scampanellio di campanelle argentate preannuncia che Gesù Bambino sta arrivando: un bianco e candido angelo, con un velo trattenuto da una corona di diamanti, che entra in tutte le case e distribuisce i doni contenuti nel suo sacco, tenuto da bambini suoi aiutanti. Dopo essere state in chiesa, le famiglie si radunano e mangiano ciambelle fatte in casa, bevendo la cioccolata calda.
AUSTRIA
In Austria il periodo natalizio inizia con l'Avvento. In questo lasso di tempo si preparano diversi biscotti ed un pane speziato, chiamato "Früchtebrot", e si addobba la casa. In molte case c'è una corona d'avvento con quattro candele, che vengono accese le quattro domeniche prima di Natale. Molti bambini hanno un calendario dell'Avvento per contare i giorni fino a Natale. Ogni giorno aprono una finestra, dietro la quale si trova una piccola sorpresa. In questo periodo alcuni bambini scrivono una lettera a "Gesù Bambino" con i loro desideri per Natale. Il 5 o 6 dicembre arriva San Nicola, spesso accompagnato dal "Krampus", che porta dei piccoli regali ai bravi bambini. A Salisburgo e nei dintorni c'è anche l'usanza del passaggio dei "Perchten". Una tradizione in Austria sono i mercatini di Natale durante il periodo natalizio, per sentire una festosa atmosfera natalizia. A Salisburgo non si può dimenticare la tradizione del "Canto d'Avvento" (Adventsingen). È uno degli appuntamenti culturali più famosi del periodo prenatalizio. La vigilia di Natale, l'albero viene addobbato con stelle di paglia e candele. Tutta la famiglia si riunisce intorno all'albero per lo scambio dei doni.
POLONIA
In Polonia l'albero di Natale si addobba il giorno della Vigilia. In quest'occasione si mangiano solo cibi magri, come il pesce o la verdura, e comunque non si usano i grassi, come burro o olio, neanche per fare i dolci. In questa stessa notte arriva anche Babbo Natale, che porta i regali ai bambini. Spesso a Natale c'è la neve in Polonia ed a molti piace andare fuori per accendere un bel fuoco ed arrostire delle salsicce, mentre i bambini si divertono con lo slittino. Le famiglie polacche celebrano il Natale con un pasto di 12 portate. Si lascia sempre un po' di spazio in tavola, in caso arrivi un ospite inatteso. In molte case ancora oggi si mettono dei covoni di grano nei quattro angoli di una stanza, in memoria della stalla dove nacque Gesù Bambino.
ROMANIA
I preparativi veri e propri per il Natale iniziano solo un paio di giorni prima della Vigilia. A scuola si insegna la storia di Gesù, poi, di solito, si fa una rappresentazione, nella quale ogni bambino svolge un ruolo: chi impersona Maria, chi Giuseppe, chi l'asino e così via. Anche la preparazione dei vestiti è entusiasmante, perché li cuciono le mamme stesse. Il 24 dicembre, di pomeriggio, i bambini vanno per le strade del paese e bussano alle porte delle case, per chiedere se li fanno entrare. Di solito, la gente apparecchia nella sala un tavolo con una tovaglia bianca. I bambini si mettono intorno a tale tavolo e recitano la storia della nascita di Gesù. Alla fine dell'esibizione, quasi tutti danno ai bambini dei soldi ed al Bambino Gesù danno anche un regalo in un sacchettino. Alla sera, ci si riunisce tutti in una casa a mangiare wurstel e pane, poi si dividono i soldi ed i regali che ha ricevuto il Bambino Gesù. La Vigilia non è, però, ancora terminata: bisogna andare alla messa e lì fare di nuovo la rappresentazione della nascita di Gesù per tutti i fedeli. Al ritorno a casa, i bambini trovano sempre l'albero di Natale decorato con bastoncini di zucchero e cioccolatini e, se ai genitori sono rimasti dei soldi, ci sono anche dei regali. Oppure, la mattina seguente, i bambini trovano le loro calze piene di dolcetti e delle buste piene di mele e mandarini (qualche volta anche con delle monete) da parte dei padrini. Il Natale è sempre stata sentito in Romania come una festa molto bella, da trascorrere insieme alla famiglia ed ai vari parenti.
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