Tu sei qui: Storia e StorieLa Galleria Ferroviaria di "S. Lucia": l'opera che portò ad escludere Cava, Nocera e Vietri dalla grande velocità
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), mercoledì 19 febbraio 2025 12:20:52
Il gruppo Cava storie, che ha lo scopo di far conoscere a grandi e piccini le bellezze di Cava de' Tirreni e dintorni, specie quelle di cui poco si parla, ha riportato all'attenzione della cittadinanza la storia della Galleria Ferroviaria di "Santa Lucia", un'opera che cambiò il traffico su rotaia.
"Era il 12 ottobre 1977 quando il rapido 'Aurora', proveniente da Roma, attraversò per la prima volta la galleria ferroviaria di Santa Lucia". Un'opera ambiziosa, studiata per aumentare la velocità dei convogli, che rivoluzionò il trasporto su rotaia nel Sud Italia. Ma a quale prezzo? "La stazione di Cava de’ Tirreni perse la sua centralità, così come Nocera Superiore e Vietri sul Mare", escluseri dal traffico ferroviario veloce, relegati a un ruolo marginale nel nuovo assetto ferroviario.
La linea ferroviaria Napoli-Salerno, avviata nel 1836, si estese progressivamente fino a Salerno: "Il 18 maggio 1844 la ferrovia raggiunse il Principato Citeriore con la tratta Torre Annunziata-Nocera, e nel 1860 fu completata la connessione tra Cava e Vietri". Tuttavia, "la pendenza del tratto di Cava de' Tirreni, con i suoi 193 metri s.l.m. e un'inclinazione del 25,4 per mille, rappresentava un ostacolo significativo". Le locomotive necessitavano di un grande dispendio energetico per affrontare la salita, rallentando i convogli e rendendo il tragitto meno efficiente.
Negli anni ’60, con il boom economico e la crescente necessità di velocizzare i trasporti, il governo stanziò "1.500 miliardi di Lire per modernizzare la rete ferroviaria del Sud". Tra le opere in programma, il progetto della "direttissima" Nocera Inferiore-Salerno, con una galleria che avrebbe aggirato il tratto più problematico: "Con una lunghezza di 10,2 km e una profondità di quasi 900 metri, sarebbe diventata la quarta galleria ferroviaria più lunga d’Italia".
I lavori iniziarono nel 1965 e "nel settembre del 1973 venne abbattuto l’ultimo diaframma". Il cronista dell’epoca raccontò: "Oltre una nube di polvere si intravedono gli operai del cantiere opposto, che si stringono in un abbraccio, con gli occhi lucidi di lacrime e commozione...".
Mentre la Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato celebrava "un'opera di ingegneria straordinaria", l’ex ferroviere Vincenzo Foti espresse la sua amarezza sulle pagine di Voci della Rotaia: "Caro viaggiatore, tale spettacolo non lo vedrai più! Perché, appena partito da Salerno, vieni inghiottito da una lunga, lunghissima galleria...". La nuova infrastruttura, infatti, tolse visibilità ai panorami della Valle Metelliana e portò all'esclusione di Cava, Vietri e Nocera Superiore dalle fermate dei treni veloci. "Al posto delle storiche fermate, sulla nuova tabella ferroviaria comparve solo il nome 'Bivio Grotti'".
Il 12 ottobre 1977, la Galleria di Santa Lucia venne inaugurata ufficialmente con il passaggio dei primi treni rapidi. "Un’opera utile, senza dubbio, ma che lasciò dietro di sé l’amarezza di una comunità privata di un collegamento ferroviario strategico". Oggi, tra progresso e memoria, la sua storia rappresenta un esempio di come lo sviluppo infrastrutturale possa cambiare radicalmente il destino di un territorio.
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