Tu sei qui: Storia e StorieLa Teglia di Corpo di Cava: il gigante verde che accoglieva il borgo
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 25 luglio 2025 10:44:31
Nel cuore dell'antico borgo di Corpo di Cava esisteva un luogo chiamato «la Teglia», uno slargo all'ingresso del paese dove per secoli ha svettato un imponente tiglio, simbolo naturale e sociale della comunità. Attraverso documenti d'archivio, testimonianze letterarie e immagini storiche, il gruppo Cava Storie ricostruisce la presenza di questo gigante verde che, con la sua ombra e il suo profumo, ha accompagnato la vita quotidiana dei cavoti. Un viaggio tra passato e identità, alla riscoperta di un monumento vegetale ormai perduto, ma ancora vivo nella memoria dei luoghi.
LA «TEGLIA» DI CORPO DI CAVA: UN GIGANTE PERDUTO
Anticamente, nell'attuale Corpo di Cava, era presente uno slargo/piazza che era detta «della Teglia». In questa piazzetta, posta all'ingresso di Corpo, svettava un grande tiglio. Il grosso albero risulta già esistente nel 1762. Il 5 novembre, il tavolario Antonio Buongiorno andava ad apprezzare delle case antiche e ricoperte di edera che erano poste all'ingresso di Corpo di Cava. Il luogo era detto «la Ferrera». Nella piantina, allegata all'apprezzo, riportava il «largo di d[ett]o Casale» con la «Teglia». Nel 1887, ritroviamo l'albero nel racconto di Elena Casella. Nel suo 𝐴𝑙𝑙𝑎 𝑃𝑟𝑜𝑣𝑎 scrive così: «mentre gli uomini fumavano passeggiando, le signore sedevano a discorrere sotto il tiglio, albero gigantesco che cresce solitario all'entrata del paese, facendo di giorno un bel circolo d'ombra pel pedone stanco che vi sosta volentieri, e spargendo la sera intorno a sé il soavissimo profumo dei suoi leggiadri fiorellini». Alleghiamo un quadro del Pitloo di Corpo di Cava e il particolare dell'apprezzo; il gruppo Cava storie. (I riferimenti sono: ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI CAVA DE' TIRRENI, 𝐿𝑖𝑏𝑟𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑖, Classe XV, n. 1930, tavolario Antonio Buongiorno (1762-1764), libretto 2, da f. 14𝑟; E. CASELLA, 𝐴𝑙𝑙𝑎 𝑃𝑟𝑜𝑣𝑎, in «Letture per le Giovinette», volume VIII, Torino 1887, p. 289).
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