Storia e Storie"Amici di Monte Finestra" in vetta al Gran Paradiso: i complimenti del Sindaco di Cava de' Tirreni

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"Amici di Monte Finestra" in vetta al Gran Paradiso: i complimenti del Sindaco di Cava de' Tirreni

«Sono un gruppo di ragazzi eccezionali - afferma il vicesindaco Senatore – animati dalla passione per la montagna e da uno spirito sportivo che è di esempio per impegno e soprattutto per gli enormi sacrifici a cui si sottopongono»

Inserito da (redazioneip), mercoledì 28 luglio 2021 13:57:33

Dopo aver conquistato a vetta del Gran Paradiso, gli scalatori cavesi Daniele Sorrentino, Roberto Porro, Luigi Siani, Giuseppe Lambiase, appartenenti al gruppo "Amici di Monte Finestra", hanno ricevuto i complimenti del Sindaco Vincenzo Servalli e del vicesindaco con delega all'ambiente, Nunzio Senatore.

«Sono un gruppo di ragazzi eccezionali - afferma il vicesindaco Senatore - animati dalla passione per la montagna e da uno spirito sportivo che è di esempio per impegno e soprattutto per gli enormi sacrifici a cui si sottopongono. Li ringrazio anche perché in ogni impresa che realizzano portano in alto e con orgoglio il nome di Cava de' Tirreni».

Di seguito l'appassionata cronaca della arrampicata.

Dopo quattro anni dal primo tentativo di ascensione al Gran Paradiso, fallito a causa di condizioni meteo proibitive (arrivammo a circa 200 metri dalla vetta e fummo costretti a tornare indietro), quest'anno, il giorno 18 luglio siamo partiti da Pont Valsavaranche (quota 1960m) per raggiungere il Rifugio Vittorio Emanuele II (quota 2700 m) dove abbiamo pernottato. Il mattino seguente siamo partiti per tentare la vetta. La scalata iniziata prima su pietraie e morene e poi proseguita su ghiacciaio, in alcuni punti con diversi crepacci. Per raggiungere la vetta bisogna superare un espostissimo passaggio a picco sul ghiacciaio della Tribolazione, 600 metri più in basso! Questo passaggio, insieme alle possibili insidie del ghiacciaio, ha costituito la difficoltà alpinistica maggiore. Dopo circa 4 ore abbiamo raggiunto la vetta (quota 4061 m) con grande soddisfazione. Durante la discesa abbiamo anche prestato soccorso ad un gruppo di alpinisti che non riuscivano a liberare un loro compagno che era rimasto incastrato con una gamba in un crepaccio. Avreste dovuto vedere le loro facce quando hanno appreso che erano stati soccorsi da quattro ragazzi campani.

Dopo due giorni di riposo, il 22 luglio siamo partiti alla volta di Courmayeur per raggiungere il Rifugio Torino, base di partenza, per affrontare l'arrampicata del Dente del Gigante (quota 4013 m), obiettivo principale della spedizione di quest'anno. Dal rifugio Torino abbiamo attraversato il ghiacciaio pressoché pianeggiante e per un pendio più ripido ci siamo addentrati nel vallone puntando ad un evidente canalino. Risalito il canalino (45°), e attraverso un ripido pendio nevoso siamo arrivati alla cosiddetta Gengiva del Dente. Traversando a sinistra sotto la parete sud siamo arrivati alla base di partenza della via. Dall´ attacco abbiamo scalato una lama staccata aggettante a sinistra, per subito doppiare lo spigolo e arrivare fino al terrazzino di sosta, alla base delle Placche Burgener dove iniziano le corde fisse : qui si arrestò il primo storico tentativo di Albert Frederick Mummery e della sua guida-amico Alexander Burgener. Sfruttando una serie di fessure, con splendida arrampicata abbiamo superato le placche alte una quarantina di metri. Giunti su un secondo terrazzino abbiamo superato una serie di lame rocciose che ci hanno condotto ai camino sommitale (passaggio molto atletico sulle corde fisse), oltre i quali attraversando una piccola cresta siamo giunti alla Punta Sella (quota 4009 m). Seguendo l'espostissimo filo di roccia, siamo arrivati sotto la vetta principale , Punta Graha (quota 4013 m) , che si raggiunge con l´ ausilio di una corda fissa. Dopo aver goduto della splendida vista con panorama mozzafiato sul Monte Bianco, Cresta di Rochefort e Grand Jorasses, siamo scesi in corda doppia fino alla gengiva del Dente del Gigante (parete verticale di circa 150 m) con 5 calate di corda da 30 m ciascuna. Rientrati al Rifugio Torino colmi di emozione abbiamo festeggiato questa ennesima scalata, che per difficoltà tecniche è stata di gran lunga quella più impegnativa sia a livello fisico che mentale.

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