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Tu sei qui: SezioniPolitica‘Messina si vanta delle mie opere'
Scritto da (admin), mercoledì 21 gennaio 2004 00:00:00
Ultimo aggiornamento mercoledì 21 gennaio 2004 00:00:00
Raffaele Fiorillo rompe il silenzio dopo due anni e mezzo e risponde a Messina ed agli uomini del centrodestra. Rivendica 8 anni di buon governo ed è seriamente proccupato per lo spegnersi della speranza nella città. Non urla accuse, ma analizza i fatti con precisione e dati, lasciando le conclusioni agli altri. «Il centrodestra - dice Fiorillo - ha ereditato una città in corsa e, invece di accelerare l'andatura, ha messo il freno, rallentando quel fervore e quella spinta che avevano animato le varie categorie». Certo, molti problemi all'atto del suo insediamento non erano risolti. «Ricordo ancora il clima del Palazzo di quei primi anni, poi ci siamo sforzati di costruire, vedi l'approvazione del Piano regolatore, la mappature delle zone a rischio frane, l'individuazione dei finanziamenti, la redazione e l'avviamento di progetti di molte opere pubbliche che oggi Messina ha trovato ed inaugurato». Messina ed i suoi in questi anni hanno gridato all'anno zero della città, una comunità ferma da 10 anni, il centrosinistra la peggior rovina. Fiorillo è caustico: «È l'alibi di quanti, per mascherare i propri errori e le proprie insufficienze, accusano gli altri. Ma non ci si rende conto che la città vive quotidianamente il dramma dell'assenza di una guida e di una maggioranza capace di attuare un progetto, sia pur minimo. Messina, lo ribadisco, ha avuto il potere che lui ed i suoi tanto desideravano, ma poi non lo ha saputo gestire sul piano politico-amministrativo. Ed ecco la grande ubriacatura, l'arroganza e la rottura del rapporto Palazzo-città». A chi obietta che opere e progetti sono segno di un buon amministrare, Fiorillo elenca quelle messe in cantiere da lui: Patti Territoriali, Parco dei Monti Lattari, la scuola in rete, il rapporto con la facoltà di Architettura ed i suoi sviluppi, il progetto Urban. «Non bastano le opere - aggiunge - è fondamentale creare nella comunità la speranza della crescita, cosa che oggi vedo spegnersi, nonostante le continue perfomance televisive di Messina e dei suoi. È forse un modo per convincere se stessi e solo se stessi». Insiste: non isoliamo la città, è essenziale collegarla alle aree limitrofe, ed in particolare con Salerno, la Costiera e l'Agro. «Con atti concreti e con una partecipazione strategica non miope o ancorata ad un conservatorismo elitario, destinato all'insuccesso ed all'emarginazione», conclude Raffaele Fiorillo.
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