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Economia e Turismo

‘Ecco perché vado via'

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 28 maggio 2002 00:00:00

La squadra è tutta con lui, o quasi. La gente di Napoli è tutta con lui, o quasi. La società è tutta con lui, o quasi. Lui è Gigi De Canio (nella foto in alto), venuto a Napoli per iniziare un ciclo. Dopo un anno è stato messo in condizione di andare via, suo malgrado. Sì, perché De Canio non nota uno spiraglio nel futuro del Napoli. In mancanza di una programmazione (non può esserci in «assenza» di una società), lui preferisce andare via. La squadra è tutta con lui, o quasi: perché quei pochi che, con sotterranei chiacchiericci, non sono stati in riga, nulla hanno tolto all'unità del gruppo. Il loro peso nello spogliatoio è stato pari al loro rendimento: nullo. La gente di Napoli è tutta con lui, o quasi: non abbiamo ascoltato argomentazioni valide per contestare De Canio. È vero, qualche errore l'ha commesso ed è stato sottolineato. Ma si è trattato di errori minimi al cospetto di quelli madornali e decisivi della società. La società è tutta con lui, o quasi: sì, perché nessuno gli ha mai contestato niente, eppure alla fine, per dichiarati limiti («Non siamo in grado di dare un seguito al programma ambizioso di De Canio»), gli hanno consentito di liberarsi. I ripensamenti? Non si può neanche dire che siano stati tardivi, perché De Canio non si è ancora impegnato con altri, ma, soprattutto, perché il Napoli è ancora senza una precisa identità. Ora, viene da sorridere quando c'è chi si interroga sul nome del prossimo allenatore. Non si sa chi dovrà decidere il futuro della società, come si può pensare di individuare il nome di chi allenerà il Napoli? In questo periodo, si assiste solo a processioni agli «altari» dei due proprietari. Sono in tanti quelli che si stanno proponendo per avere ruoli nel Napoli che nascerà. Strana la vita: De Canio, sotto contratto, abbandona per mancanza di programmi; altri, fregandosene dei programmi, si offrono con colpevole disinvoltura. Ma chiediamolo direttamente al mister un bilancio complessivo della stagione: «Sono amareggiato per il finale, ma devo dire che era difficilissimo fare di più di quello che la squadra ha fatto. Sul piano tecnico, tattico e dell'impegno, il Napoli ha dato il massimo. Purtroppo, in varie gare non siamo stati fortunati». Parla di fortuna e si riferisce a Nucini, a Cassarà, a Bolognino, a Collina? «Mi riferisco alla fortuna. Magari, aiuterà il Napoli tra un anno». Quali i momenti di maggiore sfortuna? «Tre: Reggina-Napoli, Napoli-Salernitana e Napoli-Reggina. Con un pizzico di fortuna in più in queste tre gare, la stagione avrebbe potuto prendere una piega diversa». I dieci mesi di De Canio a Napoli. «Un'esperienza di grande arricchimento umano e professionale». Dieci mesi anche di tensioni. «Le abbiamo stemperate all'interno del nostro gruppo». Quanto ha pesato la crisi societaria sull'esito del campionato? «Tanto. Nelle quattro squadre promosse c'è stato un clima di chiarezza; qui, invece, solo confusione. Quando Corbelli (nella foto in basso) è rimasto solo, ha avuto ulteriori difficoltà. Non per cattiva volontà, ma sono mancati i fondamentali presupposti. Una squadra è vincente se ha alle spalle una società vincente, che sappia programmare, che sia coerente con le proprie possibilità, che sappia difendere i suoi tesserati, sempre, che si faccia sentire con competenza ed autorità. Corbelli sta facendo esperienza». Sono queste le ragioni del suo addio? «Sì, lascio per questi motivi. Bisogna dare a Corbelli la possibilità di fare programmi senza equivoci». Il suo addio è un brutto segnale per una società che dovrà puntare, comunque, alla promozione in A. «Sarà importante sapere cosa farà la società e su quali forze potrà contare. Poi, si stabilirà una strategia. Io ho tentato sino all'ultimo di trovare un appiglio per giustificare con me stesso la mia permanenza, ma non l'ho trovato. Spero che Corbelli e Naldi riescano a dare ai tifosi la squadra che si meritano». Il futuro di De Canio... «... era il Napoli. Ora, sono disoccupato. Ho lasciato qualcosa di certo per niente in cambio. Spero che questo faccia riflettere e spero che qualcuno abbia bisogno di me». Ne avrebbe assoluto bisogno il Napoli, ma, teso com'è a portare avanti solo sterili e dannose guerre intestine, evidenzia incapacità ed incompetenza.

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