Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, festa contenuta
Inserito da (admin), martedì 29 aprile 2003 00:00:00
In Corso Umberto, nella zona passeggio sotto i portici, ci sono più bandiere della Pace che della Cavese. In un fazzoletto di palazzi storici, se ne contano sei dal colore arcobaleno ed una soltanto biancoblù. Il senso della festa sportiva lo dà un "solo Cavese" nel Bar Moderno. E' così non soltanto al centro, ma anche nelle altre zone di Cava. Un'altra bandiera si trova nel Mary Caffè di via Balzico, locale di proprietà di Antonio Fariello, dirigente accompagnatore e consigliere comunale. Poi basta. Lo stesso vale per le tante frazioni, da Passiano a Sant'Anna, da Pregiato all'Annunziata ed a Santa Maria del Rovo, dove uno storico club biancoblù anni fa preparò uno striscione di 130 metri, il più lungo d'Europa, per una sfida contro il Cosenza. Entusiasmo sì, dunque, ma contenuto. L'orgoglio cavese recita così: l'aver riconquistato i professionisti ha significato esclusivamente cancellare l'onta dei dilettanti. Questo perché la promozione in C2 per Cava è un atto dovuto. La posizione più forte in tal senso l'ha presa il gruppo ultrà "Noi di Cava": 150 ragazzi che hanno disertato tutto l'anno il "Lamberti", incitando la squadra solo in trasferta. Sulla loro posizione si è allineato l'altro gruppo, i "Nucleo Mods". Loro il tifo lo fanno per la bandiera e per i calciatori. E così, i due principali artefici non sono stati osannati da coloro che sono capaci di trascinare gli altri nel tifo. Accomunati dallo stesso destino il presidente Antonio Della Monica, imprenditore cavese, che da giovane giocava a calcio al Passetto, e Mario Somma, l'allenatore dei miracoli, che ha perso solo due volte e che con il suo contratto a gettone ha guadagnato quasi 20mila euro. Al presidente viene rimproverato di aver gestito la Cavese nel periodo più nero della storia con una doppia retrocessione, la prima cancellata per il ripescaggio e la seconda decretata dall'illecito sportivo con il Nardò. All'allenatore vengono ricordati i suoi giorni non proprio tranquilli trascorsi a Cava da calciatore ed un coro antiaquilotto nell'anno della B con la Salernitana. Per questo motivo, la festa non è stata trasferita per le strade. Ma i tifosi storici, come il consigliere comunale Umberto Ferrigno, che porta già il figlioletto Marco allo stadio e ricorda una lontanissima vittoria con il Martinafranca, o il dipendente comunale Luigi D'Aniello, che ripete a memoria l'impresa a San Siro contro il Milan in serie B, si lasciano andare a previsioni ottimistiche. Stesso atteggiamento positivo dal sindaco Alfredo Messina e dal consigliere delegato allo Sport, Carmine Adinolfi, che erano allo stadio a festeggiare con la squadra, e dall'Arcivescovo Orazio Soricelli, che ci sarà per l'ultima partita al "Lamberti", quella dell'11 maggio, che, ironia della sorte, si giocherà contro il Vittoria. Come, sempre per ironia della sorte, la C2 matematica è giunta per un favore del Delianuova, la squadra degli incidenti drammatici in Calabria e della conseguente lunga squalifica del campo, che domenica ha battuto la rivale Vigor Lamezia. Ma questo è già passato. A Cava si guarda alla C1 o alla B. Promozioni, queste, che scatenerebbero una festa generale di ringraziamento da dedicare ancora con più forza a Ciccio Troiano, il presidente più amato, scomparso esattamente quattro anni fa. Lui è stato il primo dei tanti cavesi che si sono succeduti alla presidenza. Anche in questo Cava è un pianeta particolare: non ha mai aperto le porte della società ad uno "straniero". La squadra dei record, invece, è composta da tutti elementi che vengono da fuori. Questo per non cadere nei giochi particolari di mercato.
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