Tu sei qui: CronacaPresidi e prof: "Strumentalizzati i nostri ragazzi"
Inserito da (admin), lunedì 7 aprile 2008 00:00:00
Una bomba ha sconquassato l'atrio del Comune; un'altra, da molti giudicata ancora più forte, gli animi. La presenza di decine di alunni delle Scuole Medie, insieme a quelli delle Superiori, davanti al Palazzo di Città venerdì mattina, per protestare contro l'Amministrazione ed il sindaco, responsabili a loro dire degli abbattimenti delle case abusive, ha sorpreso ed allarmato. «Assolviamo in primis i bambini e le istituzioni scolastiche, che non hanno alcuna responsabilità su quanto è accaduto - commenta il preside della Scuola Media "Giovanni XXIII", Vincenzo Salvati - Noi siamo in prima linea contro ogni forma di illegalità. I responsabili, o meglio gli irresponsabili, sono quei genitori che hanno strumentalizzato i loro figli, coinvolgendoli nelle loro ansie e nelle loro paure, senza chiedersi quali ripercussioni negative potranno avere tali atteggiamenti».
A tutti gli alunni assenti il preside Salvati ha chiesto di essere giustificati personalmente dai genitori e direttamente in presidenza. La prospettiva di passare dallo stato di abusivista a quello di senza tetto, senza alcuna alternativa né prospettiva futura, ed il venir meno anche della speranza di una qualche soluzione, è stata la molla che ha scatenato la protesta, ma per i minorenni in piazza potrebbe prefigurarsi addirittura un reato, secondo il giudice onorario della Corte d'Appello - Sezione minorenni di Salerno, Sante Massimo Lamonaca, che sabato mattina ha tenuto un incontro con gli studenti cavesi sulla legalità. «Sono rimasto esterrefatto da un tale comportamento, perché i ragazzi vanno responsabilizzati, non strumentalizzati - avverte - Vorrei ricordare che esiste anche il reato penale di abuso psicologico. Oggi credo sia necessario educare alla legalità i ragazzi, ma anche le famiglie, che spesso non hanno gli strumenti per essere loro stesse i primi educatori dei propri figli».
Sempre più necessari modelli positivi e concreti, piuttosto che parole al vento. «Non ci meravigliano certi atteggiamenti - analizza Elvira D'Amico, insegnante - Spesso ci troviamo di fronte a genitori che, invece di interrogarsi sui comportamenti dei figli, tendono a trovare mille giustificazioni, probabilmente per scagionare prima di tutto se stessi». Per molti ragazzi, venerdì scorso, è stata l'occasione per il più classico dei "filoni". A preoccupare, però, è l'istigazione arrivata da quanti li hanno fermati per strada mentre si recavano a scuola per dirottarli davanti al Comune, dove era stata organizzata la protesta con striscioni e cartelloni. «È la cattiva abitudine di servirsi degli studenti per manifestazioni e proteste di ogni genere - commenta Antonio Di Mauro, preside della Scuola Media "Carducci-Trezza" - È facile condizionare e strumentalizzare ragazzi, spingendoli a gridare slogan o inscenare proteste senza che neppure sappiano cosa e perché lo fanno».
Non sono mancate neppure le risposte indispettite di qualche genitore, che non ha gradito la telefonata dell'insegnante che lo avvertiva di aver visto il figlio in piazza. «Non c'è alcuna giustificazione - sostiene Livio Trapanese - resta solo l'amarezza per quanti si fanno scudo dei propri figli addirittura per sostenere le ragioni di un'illegalità, senza alcuna capacità, ove fosse possibile, di motivare uno stato di necessità o qualsiasi altra problematica».
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