Tu sei qui: CronacaPiselli allo scarafaggio, Valfrutta sott'accusa
Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 7 febbraio 2005 00:00:00
Compra un barattolo di piselli Valfrutta in un notissimo supermercato metelliano. All'interno vi trova uno scarafaggio. È quanto denunciato in una conferenza stampa, tenutasi presso lo studio legale dell'avv. Giuseppe Bisogno, da Giuseppe Santoriello, che nel mese di ottobre acquistò 4 confezioni di piselli. Ecco il racconto dei fatti dal diretto interessato: «Al ritorno dal supermercato, mentre mia moglie utilizzava la prima scatola di piselli, i miei figli mi fecero notare la macchia nera presente nel secondo barattolo, che di lì a poco avremmo dovuto consumare. Non ho aperto la confezione ed ho evitato che i piselli fossero cucinati. Dopo un'attenta analisi, mi sono accorto che quella piccola macchia era in realtà uno scarafaggio». Un piatto di salsiccia e piselli che sarebbe risultata pericolosa per la famiglia Santoriello se nessuno si fosse accorto della presenza dell'insetto. Le altre confezioni, prodotte come quella incriminata dallo stabilimento di S. Lazzaro di Savena, nel Bolognese, sono state comunque utilizzate. Il grave accaduto non è stato subito reso noto per evitare inutili allarmi sociali tra i consumatori metelliani. Santoriello si è immediatamente consultato con il proprio legale, l'avv. Giuseppe Bisogno, per valutare la strategia da adottare. Prima di portare il caso alla ribalta, l'avvocato gli ha consigliato di inoltrare una missiva alla Cooperativa Valfrutta, con la descrizione dettagliata dell'episodio, per avere una risposta dall'azienda leader nel campo della produzione di conserve alimentari. «Circa tre giorni fa - spiega Santoriello - abbiamo avuto finalmente la risposta dopo due mesi e siamo rimasti molto meravigliati. Infatti, non solo non è stata dato conto circa la presenza dello scarafaggio in quella confezione, ma sono stato accusato di aver manomesso il barattolo e di averci messo lo scarafaggio». Ma la capsula di chiusura non fa clic, ciò vuol dire che il barattolo non è stato aperto. A questo punto il caso, non certo il primo di tal genere a verificarsi sul territorio metelliano, ma il primo che vede coinvolta un'azienda del calibro della Valfrutta, è stato portato all'attenzione mediatica. «Faccio presente - commenta l'avv. Giuseppe Bisogno - che in una società moderna, dove esistono normative sanitarie ferree circa la produzione di conserve alimentari, è inammissibile che succedano queste cose. Nel caso specifico, è impensabile che un'azienda come la Valfrutta, conosciuta sul mercato internazionale, non abbia sistemi di qualità certificata per l'effettivo controllo dei prodotti prima della loro commercializzazione». Ed ora Santoriello si muoverà legalmente contro la cooperativa agricola bolognese. In primis, l'avv. Bisogno inoltrerà un esposto al Nucleo Antisofisticazione dei Carabinieri. Poi sarà intentato un procedimento civile contro la Valfrutta per ottenere il legittimo rimborso dei danni e per far ricredere chi ha ritenuto che nel barattolo non ci potesse essere, oltre alla "natura di prima mano", uno scarafaggio. «Ci aspettavamo almeno un grazie - continua Sorrentino - anche per la discrezione che avevamo avuto, ma non solo non hanno nemmeno ritenuto di visionare il vasetto che custodisco ancora chiuso e sigillato, ma hanno anche messo in dubbio la mia parola, quasi fossi io il mistificatore, non dando seguito neppure alla comunicazione fatta dal mio avvocato. Ieri, dopo tre mesi, ho provato a ricontattarli, ma è stato un altro buco nell'acqua. A questo punto ho dato mandato all'avv. Bisogno di procedere per vie legali ed ho fatto una denuncia ai Nas. E per dimostrare ancora una volta la mia buona fede, tolte le spese legali cui mi hanno costretto per tutelare i miei diritti e quelli di altri ignari acquirenti, devolverò ogni eventuale risarcimento all'opera di ricostruzione della chiesa di San Francesco».
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