Tu sei qui: CronacaOmicidio di Simonetta Lamberti, chiesta la prescrizione per Pignataro
Inserito da (admin), giovedì 19 giugno 2014 00:00:00
Omicidio di Simonetta Lamberti: Pignataro potrebbe essere prosciolto per prescrizione. Il tempo inesorabile, la confessione, la concessione delle attenuanti generiche e la scelta del rito abbreviato sono gli elementi che secondo la difesa potrebbero portare Antonio Pignataro al proscioglimento per prescrizione.
È questa la tesi sostenuta ieri mattina dinanzi al Giudice per le udienze preliminari, Sergio De Luca, dall’avv. Luigi Gabola. Elemento - secondo il difensore - determinante per arrivare alla prescrizione sarebbe la confessione volontaria, che potrebbe spingere il giudice a concedere all’ergastolano nocerino le attenuanti generiche ed a far “cadere” la pena dell’ergastolo per la scelta del rito abbreviato. In questo caso, la difesa sostiene che il giudice dovrebbe emettere una sentenza di prescrizione, sebbene si tratti di un omicidio, in quanto si applica la norma antecedente alla legge Cirielli.
Insomma, una questione tecnica non del tutto infondata, che potrebbe favorire il “dissociato” che si è autoaccusato di aver partecipato - in un’auto staffetta - all’omicidio della piccola Simonetta, figlia del giudice Alfonso, vero obiettivo dei killer. La sentenza è slittata al 4 luglio, quando a discutere sarà l’avv. Libero Mancuso, l’altro difensore di Pignataro, dopodiché il giudice Sergio De Luca trarrà le sue conclusioni. Ma per Pignataro, oltre alla prescrizione per l’omicidio Lamberti, si potrebbe profilare anche una richiesta di arresti domiciliari - nonostante sia condannato all’ergastolo - per motivi di salute. È questa un’altra ipotesi sulla quale stanno ragionando altri difensori del pluripregiudicato nocerino e che sarà vagliata nei prossimi mesi.
Ieri mattina, Antonio Pignataro è arrivato al Tribunale di Salerno per assistere all’udienza a suo carico. Non ha reso dichiarazioni, ha ascoltato l’arringa difensiva del suo legale ed ha poi fatto ritorno nella casa circondariale di Voghera, dove sta scontando la pena dell’ergastolo per altri episodi. L’accusa, nel corso della requisitoria, ha chiesto per Antonio Pignataro la pena di 30 anni di reclusione, il massimo per la scelta del rito. Una richiesta che la difesa, ieri, ha cercato di smontare appellandosi ai benefici previsti per la confessione e per il tempo trascorso dall’omicidio.
Circa 3 anni fa Pignataro aveva raccontato di aver partecipato al raid nel quale morì Simonetta Lamberti, vittima innocente, avvenuto nel maggio del 1982. Una rivelazione che permise al pm Vincenzo Montemurro di riaprire il caso per il quale si erano celebrati altri processi, finiti tutti con l’assoluzione degli imputati. Pignataro fornì una sua versione rispetto alla dinamica, al movente ed alle persone che avevano partecipato al delitto, indicando i nomi di alcuni pregiudicati, gran parte dei quali sono morti nel corso degli anni. L’ex cutoliano nocerino si era confidato in carcere con alcuni pregiudicati, poi pentitisi, sostenendo di conoscere la verità sull’omicidio della piccola Simonetta e sul movente che avrebbe spinto i cutoliani a voler uccidere l’allora giudice Alfonso Lamberti. La confessione dinanzi al pm, poi, aveva permesso la riapertura del caso e del processo. Alle dichiarazioni del 55enne Pignataro si sono aggiunte quelle dei collaboratori di giustizia Giovanni Gaudio ed Angelo Moccia. Sarebbe stato proprio Moccia, secondo quanto ha dichiarato Pignataro, a convincerlo di «non poter più vivere con quel peso sulla coscienza».
Pignataro ha sostenuto che l’agguato fu preparato per ordine di Francesco Apicella, altro cutoliano di spicco in quegli anni nell’Agro, per vendicarsi nei confronti del giudice e delle sue inchieste. Il commando era formato da Antonio Pignataro e da altri tre cutoliani: Gerardo Della Mura, Claudio Masturzo e Gaetano De Cesare. Le auto erano due, nella 127 bianca d’appoggio c’era Pignataro. L’auto venne fornita da Giovanni Gaudio, non coinvolto nel processo in quanto già prescritto il reato imputatogli. Gli altri componenti del commando, invece, sono tutti morti. La prossima udienza è prevista il 4 luglio.
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