Tu sei qui: CronacaNegozi, in rivolta i commessi
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 16 maggio 2002 00:00:00
Scendono in campo commessi e commesse e si riuniscono in un comitato: questa volta, ad alzare la voce è chi, in prima persona, subisce orari e domeniche di apertura dei negozi. I commessi chiedono di entrare a far parte, in maniera integrante, delle associazioni di rappresentanza del commercio cavese. «Questa sera - dichiara Teresa Di Salvio - ci ritroveremo presso la sede dell'Ascom, alle 20.45, per un incontro con il presidente Luigi Trotta (nella foto). Con lui vogliamo discutere di diversi argomenti che ci coinvolgono direttamente. Lo ringraziamo per la sensibilità e la disponibilità che ci ha dimostrato. È la prima volta che un presidente dell'Ascom consente di riunirci presso la sede ed è disponibile ad ascoltare le nostre lamentele». Questi i punti caldi sul tappeto: orario di apertura e chiusura dei negozi, aperture domenicali, conferma della chiusura del lunedì mattina anche in occasione di possibili festività infrasettimanali, presenza di almeno due rappresentanti dei commessi nelle riunioni in cui si deve stipulare il calendario delle aperture e chiusure dei negozi, possibilità di un incontro con i rappresentanti del Cstp per discutere sull'orario dell'ultima corsa dei pullman, non coincidente con la chiusura dei negozi. «Sia chiaro che non mettiamo in discussione le aperture domenicali - afferma Enzo Avagliano - ma chiediamo di ridimensionarle ed organizzarle in maniera intelligente. Non è possibile avere periodi dell'anno, come da fine novembre a gennaio, nei quali stare sempre aperti». Oltre 3000 le attività commerciali sul territorio cavese; circa 200 sono i dipendenti che si riconoscono già nel costituendo comitato dei commessi. «Vogliamo avere - dice Rossella Vitolo - una voce in capitolo anche noi. Va bene lavorare, ma sono troppe le domeniche di apertura». «L'apertura fino alle 21.30 ci sta bene - interviene Carmine Candela - ma che sia controllata e fatta rispettare dai Vigili». Il nuovo orario di vendita emanato dal Comune di Cava dà la facoltà di restare aperti 13 ore al giorno. Turni massacranti, dunque, per chi deve stare a contatto con i clienti, senza turnazione, con una sola pausa per il pranzo. «I nostri orari - aggiunge Rossella Vitolo - sono già molto faticosi. Se, poi, bisogna andare a lavorare tutte quelle domeniche, così come prevede il nuovo calendario, diventa un grande problema avere una vita familiare soddisfacente. Molti di noi hanno difficoltà persino per incontrasi con i propri fidanzati». «Credo sia opportuno - interviene Filippo Di Marino - avere anche maggiore sinergia con gli orari di vendita delle città limitrofe, in special modo con Salerno». «Non ho dubbi che l'incontro di questa sera con il presidente Trotta - conclude Teresa Di Salvio - sia un'apertura importante. Se i titolari delle attività commerciali non dovessero, però, avere attenzione alle nostre richieste, siamo decisi ad incrociare anche le braccia e proclamare una giornata di sciopero».
LA PRECISAZIONE
«La Confcommercio provinciale non ha ridimensionato l'Ascom»
«L'Ascom di Cava spodestata da noi? È falso. Non è stato affatto attuato un provvedimento teso a ridimensionarne o, comunque, limitarne l'operato e l'autonomia gestionale»: Guido Arzano, presidente della Confcommercio provinciale, chiarisce la vicenda relativa alla sezione metelliana dell'Ascom. «Il presidente Trotta ed il consiglio direttivo di Cava - continua - godono di considerazione e sostegno. Le scelte attuate in ordine all'aspetto amministrativo rientrano, infatti, in una più ampia politica generale, che riguarda anche altre sedi territoriali dell'associazione. La situazione a Cava è difficile, ma lo è in fondo in tutto il territorio provinciale».
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