Tu sei qui: CronacaMovida, polemica infinita
Inserito da (admin), mercoledì 23 aprile 2003 00:00:00
Un errore nella formulazione dell'ordinanza che regola gli orari di chiusura dei locali pubblici fino a dicembre 2003 riaccende la polemica tra gestori e residenti. L'orario di chiusura, infatti, è fissato alle 3 del mattino, con 30 minuti di flessibilità per consentire il deflusso degli avventori da discoteche, sale da ballo, sale di audizione e night club. Fin qui tutto ok. La stessa ordinanza, però, obbliga i gestori a sospendere l'emissione sonora entro le ore 24. Una vera e propria incongruenza. Riesplode, così, la polemica sulla movida metelliana, che non sembra trovare mai pace. «Il caos che regna in questo settore - commenta Giuseppe Salsano, responsabile del comitato di cittadini "Quiete e ordine" - rasenta l'assurdo. Ordinanze ignorate e non fatte rispettare, normative eluse e leggi violate sono all'ordine del giorno. Tutto a discapito dei diritti dei cittadini. L'errore nell'ordinanza è evidente, ma non necessariamente si deve risolvere a danno di chi risiede nei pressi di locali pubblici. Né vedo margini di contrattazione». Il Comune ribadisce la sua posizione intransigente. «Resto fedele all'idea che i locali pubblici rispondenti ad una certa tipologia - dichiara Bruno D'Elia, assessore allo Spettacolo - debbano essere delocalizzati in zone idonee, cioè fuori dal centro abitato. Per il momento, è vitale trovare una soluzione di compromesso, che salvaguardi i diritti dei residenti, ma anche il lavoro dei gestori». Una posizione che trova il consenso del delegato del sindaco alla movida, Antonio Fariello. «Senza dubbio - afferma Pasquale Falcone, proprietario del "Porky's" - si tratta di un errore nella formulazione dell'atto. Oltretutto, esiste una normativa nazionale che fissa non solo l'apertura alle ore 19.30 dei locali pubblici, ma anche i contratti dei dipendenti, garantendo loro le 6 ore e 40 di lavoro. Quindi, andiamo ben oltre la mezzanotte. Non intendo scendere in polemica con nessuno, ma non vorrei nemmeno che un esercito di inoccupati, disoccupati e cassintegrati speculi sulle spalle di chi lavora, a volte subendo minacce di ben altro genere e, comunque, cercando di farlo nel rispetto delle leggi e dei diritti altrui». «Siamo contro - conclude Giuseppe Salsano - qualsiasi salomonica e pasticciata soluzione. Ci sono leggi e norme che vanno rispettate, ma, a quanto pare, da queste parti non è costume un atteggiamento corretto. Lo stesso impegno, preso dai gestori, di una sorveglianza privata all'interno ed all'esterno dei locali è stato ignorato».
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