Tu sei qui: CronacaLa banda dei ristoranti ko: tre arresti
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 4 ottobre 2001 00:00:00
Ecco la banda dei ristoranti. Esperti in assalti milionari, organizzati per agire in tutta la provincia, sono finiti in manette dopo il colpo di sabato notte al ristorante Arcara, nell'omonima frazione di Cava de' Tirreni. A tradirli è stata la loro stessa meticolosità. Un sopralluogo, come di abitudine, fatto alcuni giorni prima come clienti avrebbe lasciato forti indizi sul loro conto. In particolare, l'auto usata, la stessa che poi è servita per la rapina. E così il volto coperto della calzamaglia non è bastato a nascondere l'identità dei tre complici, tutti di Acerno: Ottavio Telese, 42 anni, Cosimo Cianciulli, 39 anni, e Andrea Giannattasio, 37 anni. Sono stati arrestati ieri mattina dai carabinieri della stazione di Cava de' Tirreni, guidata dal comandante Giuseppe Recchimuzzi, in collaborazione con la Compagnia di Nocera Inferiore. La procura di Salerno ha notificato per loro un provvedimento di custodia cautelare in carcere. Mentre un quarto uomo, A. C. di 38 anni, personaggio di secondo piano, che avrebbe avuto compiti minori nell'organizzazione della rapina, è stato denunciato a piede libero. Sarebbe toccato proprio a lui, proprietario dell'auto che li ha incastrati, a dover visionare volta per volta il locale nel mirino. E così anche per l'Arcara (nella foto l'ingresso del ristorante). Il colpo «sfortunato» - quello che avrebbe fatto saltare i loro piani - lo avevano preparato e messo appunto sempre con la stessa tecnica. Una visita in veste di clienti per conoscere i locali e sapere come muoversi. Poi all'una l'irruzione, con il volto coperto ed armati di pistola. Per portare via l'incasso più ricco, quello del sabato sera, senza tralasciare le tasche dei clienti. Questa volta, però, un errore. La sera stessa della rapina gli uomini, guidati dal comandante Recchimuzzi, hanno avviato le indagini ed in tempo record li hanno acciuffati. Hanno ascoltato i testimoni, che hanno fornito alcuni indicazioni sulla loro corporatura, l'età e l'abbigliamento. Ma niente sui loro volti ed i loro nomi. I carabinieri hanno messo insieme pezzo per pezzo la microstoria della banda, puntando su alcuni punti deboli. Primo la loro tecnica: utilizzavano sempre lo stesso copione. Identico l'orario, il giorno prescelto, le vittime e le armi. E per finire, ma non certo per ultimo, qualche indizio lasciato sul luogo della rapina. Tra questi, l'auto con cui uno di loro aveva visitato il locale, la stessa utilizzata sabato notte. Ieri mattina è scattato il blitz: sono stati fermati ad Acerno nelle loro case. E davanti ad uno degli appartamento l'auto, il loro segno di riconoscimento. Per questa mattina è fissata l'udienza di convalida degli arresti per i tre presunti rapinatori, Telese, Cianciulli e Giannattasio. Il giudice per le indagini preliminari deciderà se confermare la misura di custodia cautelare in carcere.
La banda dei montanari venuta da Acerno: dal Sele ai Picentini 12 anni di terrore
La mente della banda, su questo gli inquirenti non hanno dubbi, era Ottavio Telese, boscaiolo coltivatore di castagne, da sempre vicinissimo al clan Pecoraro-Renna di Bellizzi. Insomma, certamente non si trattava di una banda di sprovveduti ed insospettabili. Anche per questo, l'altra sera, per mettere a segno la rapina hanno mascherato il viso con delle calze. Un vero patto di sangue esisteva tra Ottavio Telese ed il suo braccio destro, Cosimo Cianciulli, vero esperto di rapine, già condannato a 7 anni e sei mesi di reclusione per aver messo a segno, alla fine del 1989, numerose rapine a Battipaglia, nella Piana del Sele e nella valle di Picentini, proprio in pizzerie e ristoranti, come poi è accaduto all'Arcara. Nessuno, forse, aveva ipotizzato che dietro i tre spietati rapinatori si celassero i «boscaioli di Acerno». Non è escluso che la banda dei «banditi della montagna», così è stata battezzata dagli inquirenti, negli ultimi tempi abbia portato a termine altre rapine a Battipaglia e nei Picentini.
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