Tu sei qui: CronacaI Granatieri di Sardegna compiono 350 anni
Inserito da Livio Trapanese (admin), giovedì 12 marzo 2009 00:00:00
Il nostro concittadino, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Salvatore Carrara, che per un trentennio (1963-1993) è stato il Presidente della Sezione Provinciale di Salerno dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, ci ha fatto conoscere che il 18 Aprile 2009, il Corpo dei Granatieri di Sardegna compirà 350 anni.
Fondato il 18 Aprile 1659, ancor prima delle Truppe Leggere, l’odierna Guardia di Finanza, che data la sua costituzione al 1774, il Cavaliere Carrara ci ricorda che la Divisione Granatieri di Sardegna, distintasi in tanti eventi bellici per temerarietà e professionalità, si caratterizza anche per il particolare distintivo: croce rossa, in campo bianco, con ai lati quattro teste di moro bendate, con al centro la granata d’oro.
Le origini della bandiera si ricollegano a gloriose vicende storiche della Sardegna. Nell’anno 720 i saraceni di Spagna, riavutisi dalle grandi sconfitte subite da Carlo Martello e dal figlio Pipino, entrambi Re di Francia, allestirono una grande flotta per invadere la Sardegna. Dopo lo sbarco fiaccarono la valorosa resistenza degli isolani, i quali nel Luglio 728, ribellatisi al dominio saraceno, annientarono il presidio arabo di Cagliari e, dopo aver inseguito i mori fin giù il paese di Sillori, uccisero anche l’Emiro. A questi gli tagliarono la testa e, infilzatola ad un longo bastone, la portarono (in segno di trionfo) fino a Cagliari.
Nell’809 vi fu un nuovo attacco all’isola da parte dei saraceni, ma questa volta l’accanita resistenza dei sardi impedì l’invasione dell’isola. Quasi tutti i nemici rimasero uccisi sulle spiagge di Sulcis, compreso il loro “generale”. Mozzatagli la testa ed infissa ad una pertica, fu portata a Cagliari, come avvenne nel 728 al suo predecessore. Fu allora che i capi sardi decisero di raffigurare le steste recise dei due Principi Saraceni in una bandiera e servirsene nelle future guerre.
Nell’813 un’altra armata di arabi sbarcò sulle spiagge di Torres. Anche questa volta le truppe sarde sbaragliarono i mori, massacrandone la maggior parte, compreso il loro comandante a cui tagliarono la testa, raffigurata come terza sulla bandiera di combattimento dei sardi.
La quarta testa fu aggiunta nell’849, quando i sardi respinsero un altro tentativo d’invasione saraceno, distruggendoli allo sbarco ed uccidendone l’emiro invasore, il quale fu decapitato, come i suoi tre predecessori. Il campo di battaglia fu chiamato Campo Bianco. La bandiera sarda, quindi, vuole ricordare le quattro vittorie riportate dai sardi sugli arabi nelle battaglie di Sillori, Sulcis, Torres e Campo Bianco.
Perché le quattro teste siano bendate, questo non si sa! Le ipotesi sono due: o che le bende fossero state impiegate per fasciare gli occhi dei quattro principi mori, prima della loro decapitazione, o che le stesse avessero un significato spirituale, stante la condizione religiosa dei saraceni, essendo “infedeli”e pertanto ciechi alla Luce di Cristo.
La bandiera sarda sventolò sulle città, sulle fortezze e sulle navi di Sardegna, coprendosi sempre di nuova gloria nei secoli seguenti e ciò fino al 1848, quando lo storico vessillo sardo, nella visione di una nuova Patria, sempre più grande, venne sostituito dal nascente tricolore.
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