Tu sei qui: CronacaGli "Archibugieri SS. Sacramento" rievocano l'arrivo di S. Alfonso a Ciorani
Inserito da (admin), venerdì 3 agosto 2012 00:00:00
L’Associazione Storico-Culturale “Archibugieri SS. Sacramento” di Cava de’ Tirreni tra i protagonisti dei solenni festeggiamenti in corso a Mercato S. Severino (Sa) per i 300 anni dalla nascita della Baronia Sarnelli. Iniziate il 6 luglio scorso, patrocinate dall’Amministrazione comunale e caratterizzate da un avvicendarsi di manifestazioni religiose, convegni, concerti, escursioni e sagre, le celebrazioni si concluderanno ad ottobre con un convegno ed escursioni nei siti cari alla tradizione alfonsiana.
Tra gli eventi già andati in scena, grande successo lo scorso 26 luglio per il concerto di musica popolare alfonsiana svoltosi in Piazza San Gerardo. Il Santo realizzò alcune nenie come “Tu scendi dalle stelle” e “Quanno nascette Ninno”, per ricordare le più note, grazie alla “direzione” di Paolo Saturno. Quanto ai prossimi appuntamenti, spicca la rievocazione storica in programma domenica 5 agosto, alle ore 20.30, con un percorso guidato a piedi per celebrare i luoghi dove operò il fondatore dei Redentoristi.
In occasione dei 300 anni dalla nascita della Baronia Sarnelli, la popolazione di Ciorani rivivrà una delle manifestazioni più rappresentative della propria storia e tradizione. Domenica prossima la frazione del Comune di Mercato S. Severino tornerà per una serata a quasi 300 anni fa, quando nel 1735 S. Alfonso Maria de’ Liguori raggiunse Ciorani per dar vita a quella che sarebbe diventata la Casa Madre della Congregazione del SS. Redentore. Grazie all’amico fraterno, il Beato Gennaro Maria Sarnelli, il Santo napoletano poté costruire su questa terra la prima casa della Congregazione, dalla quale poi egli partì per evangelizzare con le missioni.
Il giorno in cui S. Alfonso arrivò a Ciorani è così descritto dal biografo del Santo, Antonio Tannoia: «Troppo pomposa fu la comparsa, che si fece. Quattro poveri asinelli, ma con barda da soma, e nella maniera la più vile, fu tutto il loro equipaggio. Vedesi ne’ Ciorani una lunga e spaziosa strada in prospetto della Terra. All’entrata di questa venne ricevuto Alfonso da un popolo immenso, anche concordo dai vicini Casali: ci fu il Parroco col Clero: centinaia di uomini, facendoli gala, lo salutarono con un pomposo sparo; ed altro non sentivasi ripetere da tutti, ma con sentimenti di gioia: ecco il Santo».
Ebbene, domenica 5 agosto figuranti in abiti d’epoca e gli “Archibugieri SS. Sacramento” di Cava de’ Tirreni, presieduti da Paolo Apicella, sfilando ed esibendosi per le strade di Ciorani faranno rivivere questo avvenimento che ha cambiato per sempre il destino della piccola borgata.
Ciorani era, fino al primo decennio del Settecento, una baronia degli Antinori, famiglia patrizia, forse di origine fiorentina. Nel 1712 il casale divenne feudo della famiglia Sarnelli, avendo l’avvocato Angelo Sarnelli acquistato da Eleonora Antinori, contessa di Giungano, la baronia di Ciorani e Piemonte. Secondo Giustiniani, «Ciorani, uno dei casali dello Stato di Sanseverino in diocesi di Salerno, è sito in una valle, parte in piano e parte in luogo montuoso. La distanza che tiene da Salerno e di circa 10 miglia. Nel suo territorio vi sono dei vigneti e castagneti».
Nel 1817 esso fu unito al Comune di Mercato S. Severino, staccandosi da quello di Bracigliano, di cui aveva fatto parte nel decennio precedente. A Ciorani abbondavano i pignatari che smerciavano le loro terraglie nelle fiere che si tenevano nel capoluogo, nei mercati di Fratte e Salerno ed in quelli dell’Agro nocerino. Valenti artigiani modellavano la creta per suppellettili, tegami, “pignate”. Nel 1742, anno di pubblicazione del catasto onciario, la struttura urbana del casale era composta da 117 case, distribuite tra i due nuclei abitativi di Ciorani e Piemonte.
Nel panorama edilizio spiccava la casa palazziata del barone Sarnelli, di fronte alla quale sorge ancora oggi il convento dei Redentoristi, fondato intorno al 1735 da S. Alfonso de’ Liguori, che da questo casale irraggiò la sua opera missionaria e costituì l’ordine dei Cioranisti, poi detti Redentoristi. E fu proprio il barone Sarnelli a donare “diverse stanze soprane e sottane con cantina” a S. Alfonso perché venisse edificato il monastero.
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