Tu sei qui: CronacaFondi Urban, bagarre sulla ripartizione
Inserito da (admin), giovedì 25 marzo 2004 00:00:00
Sono poco più di 7 milioni e mezzo di euro, sui circa 30 richiesti, i finanziamenti ottenuti dalla partecipazione del Comune di Cava de'Tirreni al progetto Urban Italia. E sulla loro ripartizione si accende la bagarre. La "città solidale" (così fu denominato il progetto cavese) ha avuto un lusinghiero successo nella graduatoria nazionale, classificandosi al 12esimo posto (in Campania solo Acerra ed Ercolano, oltre a Cava, sono state ammesse al fondo europeo). «In funzione della disponibilità economica - afferma l'assessore Carmine Salsano - abbiamo dovuto predisporre un progetto stralcio di quello originario, da sottoporre ad ulteriore approvazione del Ministero: si è privilegiato il sociale, il commercio e la riqualificazione del centro storico». La querelle si accende sulle scelte che sembrano essere state già fatte dall'Amministrazione e che privilegiano "La Nostra Famiglia", il recupero del convento delle suore Alcantarine di Passiano, la pavimentazione, il rifacimento delle facciate dei palazzi del centro storico e la riqualificazione dei negozi. «Questo programma si sta riducendo - dichiara Aldo Carbone, redattore del progetto - ad una mera pratica burocratica. Chiediamo che ci sia un confronto aperto tra tutte le realtà sociali ed imprenditoriali che sono state all'origine del successo del nostro progetto». Sott'accusa la mancanza di concertazione. «Non si può non accorgersi - continua Carbone - che siamo di fronte all'opportunità di creare, al di là dei fondi ora erogati, uno sviluppo maggiore e complessivo della città, chiamando ad un confronto aperto, senza pregiudizi, tutti i soggetti partecipanti al progetto iniziale: dalle associazioni dei commercianti e dei consumatori alle cooperative sociali, università, banche, enti privati e pubblici. Attraverso il loro apporto, in termini di idee, proposte, iniziative congiunte e, perché no, anche economico, si potrebbero creare ulteriori opportunità con ricadute importanti anche in termini occupazionali, e sappiamo tutti che questa è la piaga maggiore per i nostri giovani». Intanto, si apre anche il capitolo dei controlli. «Oltre a rivedere il metodo finora seguito - conclude Carbone - chiediamo sia dato seguito alla costituzione del comitato di sorveglianza, previsto dalle direttive del decreto ministeriale, che segua le procedure d'attuazione del progetto».
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