Tu sei qui: CronacaCriminalità, la città si interroga
Inserito da Il Salernitano (admin), venerdì 6 giugno 2003 00:00:00
Fanno paura gli ultimi episodi criminali avvenuti a Cava de' Tirreni. E' allarme reale o è solo psicosi collettiva? Una domanda cui stanno cercando di dare risposta uomini politici e di cultura. I segnali che si sono registrati in questi giorni in città circa un'escalation della violenza fanno interrogare gli inquilini di Palazzo di Città, sindaco in primis. A proporre una ricetta è il neo assessore alla Sicurezza, il dott. Alfonso Laudato: «Chiedo con insistenza un'organizzazione del controllo territoriale da parte delle varie Forze dell'ordine presenti in città. L'ideale sarebbe poter contare su una presenza più massiccia di "caschi bianchi" per le strade cittadine ed in tal senso lanceremo presto il concorso per implementare l'organico. A breve, inoltre, metteremo in campo un progetto di coordinamento tra le Forze dell'ordine. A tale proposito, avremo a giorni un incontro con il questore e con il prefetto, per mettere a punto una strategia comune. Infine, avvieremo presto il servizio di sorveglianza, con le telecamere che controlleranno Piazza San Francesco, Piazza Duomo, Piazza Abbro e la traversa del locale "People"». Proprio quest'ultimo è stato preso di mira da un attentato incendiario, che ha distrutto un tendone parasole nella notte tra martedì e mercoledì. Ma a denunciare ed a proporre rimedi per arginare il fenomeno sono anche tanti altri cittadini cavesi. «E' evidente - ha sottolineato Alfonso Senatore, capogruppo di An alla Provincia - che anche Cava è entrata, ormai, appieno nel girone della micro e macrocriminalità che attanaglia l'intero Agro Nocerino-Sarnese. La criminalità avanza e si ramifica in particolare laddove vi sono Amministrazioni deboli ed in crisi. E tutto ciò avviene nonostante il grande impegno che le nostre Forze dell'ordine profondono quotidianamente per arginarla. Già a suo tempo lanciai l'allarme, rimasto inascoltato. Si gioca a nascondere o a sottopesare il fenomeno, ritenendolo quasi fisiologico, per non allarmare la cittadinanza e per non ammettere la propria impotenza e le tante responsabilità. Tutto ciò produce un ulteriore e più grave danno: il mancato intervento da parte di chi, ai vertici provinciali, regionali e nazionali, dovrebbe invece intervenire, disponendo una maggiore e più puntuale organizzazione, più mezzi ed uomini da impiegare nella lotta alla criminalità». Ancora più polemiche le dichiarazioni del coordinatore di "Polis", Enzo Gallo. «Penso - ha sottolineato l'ex assessore democristiano - di aver anticipato quest'escalation di delinquenza, che è l'esatta conseguenza sia della mancanza di valori sia, per quel che riguarda Cava, della mancanza degli ideali di cavesità che ho sempre difeso ed insegnato. Solo con il recupero di questi valori e dando fiducia ai giovani, nonché dando possibilità lavorative, si può attenuare questo grave fenomeno. Il resto spetta alle Forze di Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani, che già svolgono il loro compito in maniera più che encomiabile». Sulla stessa linea anche le preoccupazioni di Giuseppe Foscari, docente universitario presso l'Ateneo di Salerno. «Per me c'è un legame molto stretto - ha tuonato Foscari - tra scarso controllo del territorio, azione politica e delinquenza. Ciò perché la delinquenza si annida e serpeggia più forte nei luoghi in cui è carente l'azione di controllo del territorio. E', inoltre, un fatto politico, perché se un'Amministrazione abbassa le difese immunitarie della città, è evidente che lascia spazio ai delinquenti. E' grave il fatto che la delinquenza stia attanagliando le forze imprenditoriali oneste della città e non si accontenti più di riciclare denaro o di fare investimenti».
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