Tu sei qui: CronacaContainer a San Pietro, esplode la protesta
Inserito da (admin), giovedì 8 maggio 2003 00:00:00
200 persone hanno gridato, l'altro ieri mattina, tutta la loro rabbia contro il Comune. Topi, serpenti, zecche hanno invaso i loro prefabbricati, quei 52 squallidi alloggi in cui vivono nella località Ginestre di San Pietro. Tetti in amianto, erbacce dappertutto. «Non siamo riusciti ad ottenere - sbotta Angelica Asprella - un incontro col sindaco. Ci vogliono almeno tre mesi, ma sono certa che alla fine ci faranno parlare con il suo segretario». La protesta monta: il quartiere è malsano, gli operatori ecologici vengono una volta l'anno, topi, serpenti ed insetti la fanno da padrone. Un vero e proprio ghetto, con anziani, invalidi e bambini costretti a vivere nel degrado più totale. «Ci siamo recati - racconta Ovidia Vitale - dall'ufficiale sanitario. Gli abbiamo messo sotto gli occhi un topo morto, uno dei tanti con cui siamo costretti a coabitare. Non solo non ha preso provvedimenti, ma quando abbiamo insistito sul problema dell'invasione di insetti, ci ha risposto di comprare degli insetticidi». «Ho trovato quattro topi morti in casa. Durante tutto il giorno - aggiunge Raffaella Aliotta - si sente lo stridere di unghie sui tetti. Vogliono entrare in casa, se il posto dove viviamo può avere questo nome». L'ira cresce contro l'attuale Amministrazione. «Dicevano che Fiorillo non aveva fatto niente durante la sua gestione - lamenta Carla Lambiase - ma almeno era un signore. Ci ha sempre ricevuto di persona, ascoltava i nostri problemi, se poteva li risolveva. Messina non si degna nemmeno di riceverci, quasi fossimo degli appestati. Non meritiamo questo trattamento, paghiamo fior di tasse anche noi e pretendiamo rispetto». Tanti vorrebbero sfogarsi: Emilia Garafa, Anna Salerno, Carmela Consalvo, Alfredo Patti, Guerino D'Amore, Maria Rosaria Punzi. Quest'ultima ha una figlia disabile di 31 anni, è sbattuta da un prefabbricato all'altro. Li ha visti tutti, da Pregiato a San Pietro. Al calvario quotidiano di dover assistere la figlia handicappata, si aggiunge anche questo pellegrinare fra i luoghi del degrado.
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