Tu sei qui: CronacaCavaiola, 50 aziende sott'esame
Inserito da (admin), mercoledì 23 aprile 2003 00:00:00
Inviate all'Arpac le provette con i campioni d'acqua raccolti lo scorso sabato mattina dal torrente Cavaiola. Dai risultati delle analisi (bisognerà attendere poco meno di 48 ore) si potrà capire la natura delle chiazze color rosso pomodoro nelle acque del fiumiciattolo. Il fenomeno si è verificato sabato scorso in località Monticello di Santa Lucia. A fare la scoperta gli agenti della Polizia Municipale, che hanno immediatamente inviato sul posto l'ufficiale sanitario, il dott. Giovanni Baldi, per un primo sopralluogo. Rapidi anche i controlli. Sott'osservazione, anche in queste ore, i 50 opifici che si trovano lungo la Statale 18. Dopo la segnalazione dell'episodio alla Procura della Repubblica, il magistrato Angelo Frattini ha firmato altre autorizzazioni per allargare la vigilanza a tutti gli stabilimenti ubicati nelle vicinanze del torrente, in particolare nella zona di Santa Lucia. Nel mirino della Polizia municipale soprattutto le industrie che usano coloranti. Secondo le prime informazioni fornite dagli uomini del Comando di via Marconi, a colorare di rosso il corso del torrente sarebbero stati gli sversamenti abusivi di rifiuti liquidi. Per ora, sembra questa l'ipotesi più accreditata, anche se dalla relazione dell'ufficiale sanitario, Giovanni Baldi, non risulterebbe alcun accenno alla natura ed all'origine delle chiazze, se non il riferimento ad un colorante anomalo. Saranno le analisi compiute dai tecnici dell'Arpac a sciogliere i dubbi. «Abbiamo avviato i nostri controlli - spiega Claudio Argentino, maresciallo di Polizia Municipale - in alcuni opifici della zona. Al momento, le indagini non hanno dato esito positivo». Sulla questione scendono in campo i politici. «Presenteremo un'interrogazione - annuncia il diessino Adolfo Salsano - in Consiglio comunale. L'Amministrazione deve tutelare la salute dei cittadini. È di qualche giorno fa il caso dell'acqua marrone a Santa Lucia, episodio ripetutosi nei giorni di Pasqua anche in via Marconi. Bisogna verificare se c'è una correlazione tra l'alta incidenza di tumori e l'inquinamento». Richiamo cui si rifà anche Germano Baldi, presidente del Comitato cavese per la Salute: «Nelle more di queste analisi, sia l'Asl che il Comune devono avviare delle ricerche sull'allarme tumori. Da parte nostra, abbiamo dato mandato ad un gruppo di medici di base di eseguire un monitoraggio. A Cava ci sono 19 frazioni. Occorre individuare se ci sono zone a rischio e, come nel caso della Cavaiola, se le coltivazioni limitrofe che utilizzano l'acqua per irrigare i campi possono essere dannose per la coltivazione di verdure, spesso consumate crude». Una triplice denuncia, ai Nas, all'Arpac ed alla Commissione provinciale per l'Ambiente, è stata presentata dal consigliere provinciale di An, Alfonso Senatore: «Ho chiesto esplicitamente l'avvio di un'indagine da parte di questi organismi competenti sul livello di inquinamento a Cava e, in particolare, sull'alta incidenza di tumori». Il sindaco Alfredo Messina così commenta la vicenda: «Mi riservo di leggere le relazioni sul caso Cavaiola. Sull'episodio di Santa Lucia sono a dir poco insospettito. I tecnici non hanno fatto alcun intervento, eppure l'acqua, oltre a continuare ad essere potabile, ha perso quel colore marrone».
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