Tu sei qui: CronacaAule a pezzi, bambini a rischio
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 17 settembre 2002 00:00:00
Barriere architettoniche, adeguamento dei plessi alla 626 (la legge sulla sicurezza), servizi igienici e palestre: sono le carenze più preoccupanti riscontrate negli istituti scolastici ed oggetto di segnalazioni che alcuni dirigenti dei Circoli Didattici cavesi hanno sottoposto all'Amministrazione comunale. Alcuni edifici scolastici (San Giuseppe al Pozzo per il IV Circolo, le scuole elementari del Seminario e le materne di casa Apicella del II Circolo) sono inadeguati al bisogno scolastico. Fatiscenti, piccoli, pericolosi per l'incolumità dei bambini, da abbattere o dismettere: è il giudizio che gli stessi dirigenti hanno formulato. In flessione la natalità, ma al calo demografico non corrisponde un aumento degli spazi utili nelle scuole materne ed elementari. Gran parte dei plessi dei quattro Circoli Didattici metelliani sono vetusti, tali da non permettere interventi strutturali. Le segnalazioni dei dirigenti scolastici, oltre a ravvisare le appena sufficienti condizioni generali dei plessi, indicano al Comune le disfunzioni e l'indirizzo progettuale su cui lavorare. Recuperare spazi, laddove si verifica un calo di iscrizioni, non è sempre possibile. Le nuove esigenze didattiche obbligano i dirigenti e gli insegnanti dei Circoli a ricavare spazi, spesso angusti e poco ospitali, per laboratori di informatica, scientifici e tecnici, ad inventarsi ipotetiche palestre dalla ristrutturazione di aule o di piazzali, ricorrendo all'arte dell'arrangiarsi per un minimo di applicazione delle norme di sicurezza, cosa che, invece, trattandosi di bambini, dovrebbe essere assolutamente prioritaria. «Ho proposto una conferenza di servizi - afferma Mario Montera, dirigente del II Circolo Didattico - da tenersi preferibilmente a maggio o giugno, che analizzi interventi, progetti e priorità e che esprima il suo parere sui flussi dei finanziamenti. Un organo programmatico e di coordinamento fra i Circoli e l'Ente pubblico». Una programmazione, alla luce di una riforma tronca, che non ha fatto altro che creare confusione, appare urgente anche per la stessa autonomia scolastica. «Tenere aperta una scuola - ha affermato Vincenzo De Santis, dirigente del IV Circolo - con poche decine di iscritti, se utile ai fini sociali, non lo è dal punto di vista economico. Accorpare Circoli e plessi potrebbe essere una soluzione, ma rimane prioritaria una programmazione che solo un organo tecnico potrebbe garantire. Per la nuova didattica occorrono spazi adeguati, tali da offrire agli alunni il meglio, tanto da far preferire la scuola del proprio paese a quelle del centro. Bisogna lavorare con coscienza e conoscenza».
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