Tu sei qui: CronacaAdolfo Milite assassinato in Tunisia
Inserito da (admin), martedì 14 febbraio 2006 00:00:00
Lo hanno trovato sgozzato, con il coltello ancora conficcato in gola, le mani ed i piedi legati, in un lago di sangue. Adolfo Milite, 60 anni, ex allenatore in seconda della Cavese, è morto così domenica pomeriggio, nel soggiorno della sua casa di Hammamet, in Tunisia, dove risiedeva da circa 10 anni e dove, dopo un breve soggiorno nella sua Cava, era tornato appena il giorno prima. Sarebbe stato ucciso nel corso di un tentativo di rapina. Avrebbe visto in faccia i due giovani che aveva sorpreso a rubare nella sua casa, di qui sarebbe nata una colluttazione. I due banditi hanno avuto la meglio, compiendo un gesto di inaudita violenza, dettato probabilmente dalla paura di essere incastrati. La Polizia locale ha recuperato l'arma con le impronte digitali. Nel salotto di Milite c'era anche un gesso ortopedico, perso da uno dei banditi durante la colluttazione. Probabilmente, è stato anche quello ad aiutare la Polizia nell'identificazione.
I due assassini sono stati subito arrestati. A chiamare la Polizia è stato un vicino di casa, un ristoratore siciliano di nome Santino, che, non vedendo arrivare Milite all'appuntamento che avevano fissato in precedenza, si è recato a casa sua ed ha scoperto il cadavere. Ieri sera la Polizia ha arrestato due giovani di Nabeul, di 23 e 25 anni, con l'accusa di omicidio e rapina. A riconoscerli è stato il figlio del proprietario dell'appartamento che Milite aveva in fitto. Il giovane domenica pomeriggio li aveva rincorsi ed aveva sfilato il passamontagna ad uno di loro. I due erano comunque riusciti a fuggire. Anche se le indagini sono ancora in corso, gli investigatori sono convinti che Adolfo Milite è stato ammazzato perché ha sorpreso e visto in faccia i due ladri. Dalla casa sarebbero stati portati via dei sacchi, dove Milite era solito raccogliere indumenti e generi di prima necessità da destinare agli indigenti.
«Mio zio si è sempre adoperato per fare del bene ad Hammamet, a cui era tanto legato»: a parlare è la nipote Matilde Milite, noto avvocato cavese. «Ero appena atterrata all'aeroporto di Fiumicino - racconta ancora sotto choc - ero di ritorno da un soggiorno in Kenia. Ho riacceso il cellulare e mi hanno dato la terribile notizia. Mi sono messa subito in contatto con l'Ambasciata. Sono stati molto disponibili per predisporre il rientro della salma, dopo che tutti gli accertamenti, autopsia compresa, verranno esperiti dall'autorità giudiziaria tunisina».
Stando alla ricostruzione dei familiari, Adolfo Milite sarebbe partito per Hammamet sabato scorso. Insieme a lui c'era un suo amico, Michele Reina. «Sono partiti con l'auto - racconta la nipote - e si sono imbarcati con la nave sabato mattina. A quanto ci hanno riferito, domenica mattina mio zio sarebbe uscito di casa ed avrebbe pranzato fuori. Erano passate da poco le 16 quando, rientrando, avrebbe sorpreso due giovani in casa. Con ogni probabilità lo hanno aggredito e picchiato, anche perché pare che il suo vicino abbia sentito delle urla». A questo punto Milite sarebbe stato portato nel soggiorno e qui sarebbe stato legato mani e piedi. Ai due banditi questo non è bastato. Probabilmente hanno avuto paura. Forse Milite ha visto i loro volti ed ha minacciato di denunciarli. È stato così che i suoi assassini hanno pensato di ucciderlo.
Stasera il rientro della salma
I familiari di Adolfo Milite stanno vivendo ore di trepidante attesa, attaccati al telefono. Questa mattina si avrà l'ufficialità sull'ora del rientro in Italia della salma. Secondo le ultime indiscrezioni, l'aereo che porterà a casa Adolfo dovrebbe arrivare a Roma in serata, salvo eventuali ritardi dettati dalle indagini in corso. Fin da ieri mattina i parenti, ed in particolare la nipote Matilde, titolare di uno studio legale nel centro di Cava, sono in contatto con la Farnesina per avere notizie sulle procedure messe in atto per accelerare il rientro a casa della salma. Adolfo Milite era nato a Nocera Superiore 60 anni fa e si era trasferito a Cava ormai adulto. Lo aveva preceduto il fratello Antonio, cavese d'adozione dopo il matrimonio con la cavese Rosa Lamberti.
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