Tu sei qui: Territorio e AmbientePagani: successo per l'Orchestra Filarmonica Campana con 'Il Segreto di Pulcinella'
Inserito da Regi (ilvescovado), lunedì 6 marzo 2017 07:32:11
Si è esibita il 4 marzo scorso l'Orchestra Filarmonica Campana diretta dal Maestro Giulio Marazia con 'Il Segreto di Pulcinella', che ha fatto emozionare l'intero Teatro Sant'Alfonso, a Pagani.
La serata è stata aperta magistralmente da Carmine De Pascale che ha vestito i panni di Pulcinella nell'interpretazione del prologo dell'opera di Raffaele Viviani, un monologo tra la maschera e la luna, quasi un invito alla stessa a cambiare la sorte della vita di tante persone. A seguire la voce di Antonio Stanzione, accompagnato dal solo pianoforte nell' interpretazione cantata di una poesia del grande Antonio De Curtis "Core Analfabeta". Da questo momento in poi un crescente di ottima musica, una selezione di 16 brani pregni di tanto significato, versi che hanno portato e portano tuttora in giro per il mondo la cultura, il modo di vivere ed anche i tanti problemi che attanagliano la popolazione napoletana, una Napoli che sebbene tormentata da tanti problemi economico sociali e delinquenziali, in canti, versi e musica è pronta a rispondere ad essi ed a trovare una pronta anche se momentanea risoluzione, trovando rifuggi tra le poesie e canzoni del Viviani, nonché tra le scene delle commedie dell'inimitabile Maestro Eduardo De Filippo.
Le voci stupende e coinvolgenti della Troiano e dello Scutiero hanno coinvolto la platea che si è cimentata in un coro improvvisato. L'eccezionale duetto dei predetti artisti in Lusingame, O Surdat Nnamurat e O Sol Mio hanno emozionato il pubblico presente in sala. Altrettanta emozione si è avuta quando lo Scutiero ha iniziato a intonare le prime strofe di "Napule è" dell'indimenticabile Pino Daniele, brano eseguito con il volto riferito alle stelle, quasi un invocazione al Maestro Daniele a proteggere gli artisti napoletani. Con tocco magistrale, la Napoli ed i suoi problemi degli anni ‘20 , ‘30 e ‘40 sono stati portati in scena da Carmine e Valeria De Pascale. Carmine, dopo il prologo alla Luna del Pulcinella di Viviani, è passato alla scena del caffè di "Questi Fantasmi" del grande Eduardo, dove il padrone di casa, dialogando con il fantomatico vicino, "il professore" che dal balcone della sua casa diceva di vedere i fantasmi girovagare nell'abitazione del dirimpettaio, affogava il tutto in un caffè accompagnato dalla successiva sigaretta, asserendo che in casa sua non fosse popolata da fantasmi e che la stessa gli avesse risolto tanti problemi. Anche lui cercava di nascondere così a sé stesso i tradimenti della moglie. Ultima stoccata con "I Vulesse Truvà Pace", stupenda poesia di Eduardo che parla del travaglio diuturno del genere umano, sempre in guerra con le traversie della vita e che vorrebbe si risolvessero con tanta semplicità, con «quella pace ritrovata senza l'ultimo atto della vita, quella pace senza morte che una mattina spalancasse le finestre delle case del mondo vi si intrufolasse dentro e irrompesse con tanta serenità e felicità».
Altra straripante protagonista della serata l'attrice Valeria De Pascale, ben conosciuta nella città Liguirina ed oltre per le sue doti di interprete teatrale, ed anch'essa all'ombra della cupola della grande basilica di Sant'Alfonso ha voluto contribuire nelle sue recitazioni a trasfondere al pubblico il problema delle donne negli allora anni 30/40 ed ancora oggi attuali. Lodevole l'interpretazione di Prezzetella a capera, che racconta di una donna che per tirare avanti la sua giornata - al fine di poter raggranellare danaro - pettinava le donne che abitavano i bassi, che non disdegnava le avance maschili, fingendosi schiva al palpeggio degli uomini, ma pronta a cedere agli stessi qualora le si proponessero in matrimonio. Ma il crescendo della recitazione di Valeria De Pascale è stato apprezzato dalla platea quando ha interpretato Filumena Marturano in A Madonna de rose, in cui Filumena giunge davanti all' immagine della Madonna ed inizia con Lei un dialogo, un soliloquio, con il quale comunica alla Vergine le evoluzioni e le problematiche di vita della sua famiglia che la avevano portata alla scelta di prostituirsi, scelta che nella sua famiglia aveva trovato favorevole accoglienza. Nel corso dei rapporti che lei aveva avuto le era però capitato di rimanere in attesa di un figlio, stato di fatto che lei accettava in quanto reputato un dono divino a cui la Madonna durante tale dialogo aveva dato il suo consenso, stato con cui tante volte tante donne, oggi, anche abusate, si trovano a combattere e che non riescono ad accettare, nascondendo tale situazione poiché ancora oggi la gravidanza di una donna non sposata è segno di malcostume. Proseguendo sulla stessa scia poi ha declamato E Vasci, in cui Filumena convoca a sé i tre figli avuti sempre in costanza del suo lavoro, figli che occupano vari settori della vita sociale, ma che per lei sono tutti uguali, senza alcuna differenza. La magistrale e sentita interpretazione di Valeria De Pascale ha caricato l'atmosfera di ossianico ed attento silenzio, tant'è che l'intero pubblico coinvolto ha potuto udire il rumore dei suoi passi sul tavolato del proscenio durante l'intero corso dell'interpretazione.
Non una, ma tre volte il pubblico ha chiesto il bis, ed è stato accontentato. Quanto accaduto dinanzi alle 600 poltrone del teatro ha avuto immediato eco per le strade, che rimangono prive della certezza di una prossima messa in scena di quanto orchestrato domenica sera. Risposta mancante che con molta probabilità fa da cassa di risonanza al valore della prosa, musica di qualità e qualsiasi altra forma d'arte, sebbene già alquanto ben radicati nella nostra Provincia e richiesti in ogni parte della Penisola, con l'auspicio si possano sempre più rinsaldare e propagare nel tessuto sociale giovanile, aprendo ad essi ben nuove finestre su di un azzurro orizzonte.
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