Tu sei qui: Territorio e Ambiente"Il Circolo degli illusi", nel libro di Rosa Montoro le sottomissioni della donna
Inserito da (Redazione), lunedì 27 agosto 2018 17:08:22
di Patrizia Reso
Decisamente un bel libro letto sotto l'ombrellone, in anteprima rispetto alle programmate presentazioni e di questo sono grata alla nostra autrice cavese d'adozione.
Il Circolo degli illusi, edito da Oèdipus, di Rosa Montoro, sociologa nella vita, oltre ad essere moglie e madre, è una donna dotata di grande sensibilità, lascia esprimere la penna per i suoi vissuti e per le sue fantasia. Un bel prodotto di narrativa contemporanea, scritto in modo scorrevole e coinvolgente, il libro nel suo evolversi sorprende per l'attualità dei temi, pur essendo ambientato nel ventennio fascista, in un borgo meridionale, molto vicino a noi, Sarno. Paese d'origine dell'autrice , si presta bene come tessuto sociale e culturale a rappresentare qualsiasi piccolo centro rurale del Mezzogiorno nell'epoca più buia della nostra storia. Un veritiero e realistico spaccato sociale meridionale della prima metà del ‘900, quando eventi ed opportunismi politici condizionano il quotidiano familiare, determinando l'evolversi dei componenti, in relazione ai propri bagagli culturali, emotivi e professionali.
Il circolo degli illusi non solo delinea i piccoli grandi ambienti di campagna di allora, ma offre numerosi spunti di confronto con l'attualità politico sociale di oggi e inoltre ci offre un quadro anche della figura femminile confinata tra le pareti domestiche, che tende a sfociare nella repressione per sottostare alle ferree regole in cui era compressa all'epoca, "Le donne somigliano alle piante rampicanti, sanno adattarsi al posto dove vivono ". Emerge infatti la condizione di spropositata sottomissione della donna, prima nei confronti del padre e/o fratelli, poi del marito, ma anche il ruolo decisivo e determinante acquisito durante il conflitto bellico, in assenza degli uomini chiamati al fronte. Come emerge la determinazione , a prescindere anche da vincoli politici, delle donne naturalmente portate alla pace, contro la guerra, rievocando slogan che si scandivano davanti alle fabbriche, tessili e conserviere che rappresentavano la realtà industriale di allora: " Guerra e pace con i figli vostri, a noi lasciateci i nostri; fascisti onnipotenti e fame ai pezzenti". Si legge chiaramente la rassegnazione sociale pur di poter godere ancora dei propri affetti.
La narrativa di Rosa Montoro presenta inoltre dei passaggi di pura poesia, che rendono più piacevole la lettura, giusto un paio di saggi per non svelare ciò che potrete scoprire rigo dopo rigo:"Sentì allora che il tempo toglie vita e colore non soltanto ai vestiti e capì che il buio dell'anima cala piano piano su ogni cosa", oppure " I suoi occhi erano grandi e avevano il colore della terra incerta e mutevole dove era cresciuta".
Rosa Montoro però rievoca anche personaggi storici che hanno scritto la storia del Meridione, come la figura del liberale Giovanni Amendola, originario di Sarno, che riuscì a coinvolgere numerosi uomini attorno a sé e al suo pensiero, inviso al regime, tanto da morire anzi tempo per le conseguenze delle violente aggressioni subite dalle squadre fasciste. I suoi seguaci furono poi derisi e ridicolizzati col termine illusi.
Rosa Montoro non è alla sua prima opera. Si è già manifestata in passato con un racconto breve, Il cielo di Luigino, che è stato inserito nell'antologia Nuovi narratori campani, curata da Dacia Maraini e edita da Guida editore (1997). Sempre per la stessa casa editrice, collana Lettere italiane, ancora un romanzo breve nel 2000, Il silenzio della terra, una sorta di diario introspettivo della donna durante la gravidanza, che è stato selezionato dalla Maraini per la trasmissione Rai "Io scrivo, tu scrivi"
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