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Storia e Storie

Il rito del Giuramento Militare

Inserito da (Redazione), domenica 2 giugno 2019 10:44:42

di Patrizia Reso

Oggi, 2 Giugno, Festa della Repubblica e delle Forze Armate, nate per difendere lo Stato e il popolo, non certo per offendere. In omaggio a chi ha scelto la carriera militare, una breve ricerca sul Giuramento Militare. Per me è stata un invito alla riflessione.

Sono molti i temi che difficilmente si trattano nei giornali, pur rientrando nella nostra realtà, anche se non direttamente, ma per cultura generale, utili per un pensiero avulso da condizionamenti o falsi condizionamenti. Uno di questi è il giuramento militare.

Molti di noi hanno avuto o hanno familiari, parenti, amici che indossano la divisa. Forse ci è capitato pure di assistere ad un giuramento militare, però non abbiamo dato peso alle parole pronunciate, perché presi emotivamente.
Il giuramento è un momento molto importante per chi si appresta ad indossare la divisa, è una promessa solenne, ci si assume un impegno e una responsabilità a vita. Di fatto si diventa veramente militari solo dopo il giuramento. In genere esiste una formula di base, che poi può variare nell'ultima parte da arma a arma, con un'aggiunta specifica.

La formula di rito è:
"Giuro di essere fedele alla Repubblica Italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore a tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni". (art.2 L. 382/78)
La formula ha uno spessore notevole, nei confronti dello Stato e del Popolo, nel rispetto della Carta Costituzionale, onorando Costituzione, Stato e Popolo.

Ovviamente il giuramento militare non è stato sempre lo stesso nel corso dei secoli. Per non tediare eccessivamente mi soffermerò solo sull'ultimo secolo, quello più vicino a noi, che ha dato origine a tante dolorose vicende.
Dopo l'Unità di Italia, la formula di rito era: "Giuro di essere fedele al Re ed ai suoi Reali successori, di osservare lealmente lo Statuto e le altre Leggi dello Stato, e di adempiere a tutti i doveri del mio stato al solo scopo del bene inseparabile del Re e della Patria" (col. Antonino Zarcone).

Avendo l'Italia una configurazione monarchica, il giuramento di fedeltà era rivolto in primis al re e ai suoi successori, ma anche alle leggi in vigore (Statuto Albertino) e per onorare la divisa il sacro impegno di adempiere al proprio compito con un solo fine , il bene inseparabile del Re e della Patria, quindi tutto il proprio impegno non solo per il bene del Re ma anche, e contestualmente, della Patria, concetto che implica non solo il territorio fisico di appartenenza, ma anche storia tradizione cultura del popolo a cui ogni singolo uomo appartiene, insomma la comunità. Il Re dunque resta comandante di tutte le forze armate, di terra e di mare e "l'esercito è istituito per difendere sino all'estremo l'onore e l'indipendenza della Patria, facendo la guerra ovunque venga dal Re ordinato" . ( Regolamento disciplina militare del Regio Esercito, art. 5, col. Antonino Zarcone).

Sappiamo tutti che con l'avvento del fascismo il Regno vide vacillare il proprio potere e una serie di compromessi ne assicurarono la continuità.

Sappiamo pure che durante il fascismo si formò la Milizia Fascista, che era cosa ben diversa dalle Forze Armate del Regno, tant'è che la formula di rito per il giuramento di chi si apprestava ad indossare la divisa della Milizia, che era considerata "la Guardia Armata della Rivoluzione Fascista" e derivava dalle disciolte Squadre d'azione, che si formarono insieme ai Fasci di combattimento nel 1919, era diversa e esprimeva fedeltà al Duce e al Fascismo: " Nel nome di Dio e dell'Italia giuro di eseguire gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se necessario, col mio sangue la causa della Rivoluzione Fascista" (da"Il primo libro del fascista").
E' evidente che i militi arruolati nelle Forze Armate del Regno si assumevano un impegno ben diverso da quello di chi si arruolava nella Milizia Fascista. C'è da aggiungere che in caso di guerra gli arruolati della Milizia venivano inglobati all'interno dell'Esercito Italiano (così denominato dal 1861). Comunque "il regime non riesce ad attuare il tentativo di fascistizzazione(operato in ogni settore- n.d.a.) delle Forze Armate, da sempre difensori della propria apoliticità" (col. Antonino Zarcone).

Infine quando si formò la Repubblica di Salò, le sue Forze Armate erano date dalle SS Italiane, che pronunciavano ancora un altro giuramento: "Davanti a Dio presto questo sacro giuramento, che nella lotta per la mia patria italiana contro i suoi nemici sarò in maniera assoluta obbediente a Adolf Hitler, supremo comandante dell'esercito tedesco e quale soldato valoroso sarò pronto in ogni momento a dare la mia vita per questo giuramento" (Le SS italiane. Primo de Lazzari).
Una riflessione, anche secondo un'ottica puramente grammaticale e concettuale, sulle formule di rito del giuramento potrebbe darci una diversa inquadratura delle vicende di quel periodo e forse anche più serenità agli animi.

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