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Storia e Storie

Cava de' Tirreni, Salerno, filovia elettrica, storia

"Cava storie" presenta il progetto di filovia elettrica Salerno-Cava de' Tirreni

Si tratta di un foglio piegato in quattro con timbro del comune di Cava de’ Tirreni datato 1938

Inserito da (redazioneip), mercoledì 30 dicembre 2020 10:36:43

Il gruppo "Cava storie", che ha lo scopo di far conoscere a grandi e piccini le bellezze di Cava de' Tirreni e dintorni, specie quelle di cui poco si parla, presenta, con tanto di immagini allegate, la carta del progetto di filovia elettrica Salerno-Cava.

«Si tratta - spiegano i membri del gruppo - di un foglio piegato in quattro con timbro del comune di Cava de' Tirreni datato 1938 (soprapposto alle due marche da bollo di lire 4) e un altro delle Tranvie Elettriche della Provincia di Salerno (T.E.P.S.) a firma del direttore, ing. Nicola Capano. La mappa, in scala 1:25.000, segna il tratto della linea filoviaria da Salerno a Pontecagnano (quello esistente in blu) e il nuovo asse dal capoluogo alla città cavese passando per Vietri sul Mare. Caratteristici sono i rilievi montani e marini con i nomi di vari luoghi oltre i punti noti delle città interessate (curiosi alcuni errori di denominazione come "Railo" e "Dragone"). A partire dalla metà degli anni trenta, la parte nord della provincia salernitana subì un cambiamento del trasporto urbano, sostituendo la rete tranviaria in quella filoviaria. Già nel 1934, la "Rivista delle Comunicazioni" del 31 marzo (pag. 99 e 120), dava come esempio l'iniziativa della T.E.P.S., che, in attesa della concessione, da parte del Ministero competente per la linea Salerno-Pontecagnano, chiese al municipio salernitano di trasformare tutto il sistema interno della città attraverso "...l'impianto della linea principale Ferrovia - Teatro «Verdi» a 4 fili (si era proposta anche una nuova e voluminosa vettura con 24 posti a sedere e 40 in piedi), cioè a doppia linea e da essa si staccherebbero:

1. La linea Salerno-Pontecagnano; 2. La linea Salerno-Fratte progettata a 4 fili sino alla piazza S. Francesco d'Assisi mentre il resto sarebbe fatto a linea semplice, cioè a due fili; 3. La linea del porto, spiaggia occidentale, anche essa a doppia linea per il primo tratto ed a semplice linea per l'ultimo tratto." Dopo mesi di attesa, si arrivò al 20 agosto 1936 con la "Convenzione per la concessione alla «Società anonima tranvie elettriche della Provincia di Salerno» della costruzione e dell'esercizio di una filovia in Salerno." Il documento, composto da 19 articoli, fu visto e vidimato dal rappresentante di S. E. il Ministro per le Comunicazioni, Federico Gabioli, e dal direttore della T.E.P.S., Ing. Capano. In sintesi il governo accordava senza il sussidio dello Stato, gli impianti e le realizzazioni di filovie interne alla città capoluogo ad opera della predetta società, mentre le tratte interessate furono: dalla piazza della stazione al Teatro Verdi; Piazza Matteo Luciani-Porto; imbocco Via Principati nel Corso Garibaldi-Fratte; piazza della stazione-incrocio Corso Vittorio Emanuele e via dei Principati. La linea e le sue diramazioni avevano una lunghezza complessiva di 6,120 km, mentre il costo preventivato ammontava in 1.270.000 lire e la durata della concessione terminava il 30 novembre 1967. Tra i vari accordi, ricordiamo le tariffe uguali a quelle in uso nelle tranvie, i biglietti di "libera circolazione" ai membri del parlamento e al prefetto della locale provincia ("Bollettino Ufficiale dell'Ispettorato generale ferrovie, tranvie ed automobili": 30 novembre 1936, n. 21-22, pag. 502).

A conclusione dell'accordo, si ottenne anche il Regio Decreto 24 settembre 1936, n. 1842, pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" del Regno d'Italia (n. 248) del 24 ottobre 1936. Altre tratte vennero realizzate e aperte in seguito, come: la Salerno-Pontecagnano (31 ottobre 1937); il tronco filoviario Salerno-Vietri della filovia extraurbana Salerno-Cava de' Tirreni (16 giugno 1939) e quello opposto proveniente da Cava nella suddetta linea il giorno 11 ottobre. Dopo aver subito danni ingenti con il bombardamento del 1943, la tremenda alluvione del 1954 e il terremoto dell'Irpinia nel 1980, iniziò il lento e graduale declino fino agli anni 2000. Per ulteriori approfondimenti è possibile leggere "Tram e filobus a Salerno e in provincia" di Alderisio Alfani e Andrea Cozzolino, stampato nel 2018 (Alfani, insieme ad Eduardo Bevere è autore di una ricerca intitolata "La tranvia Pompei-Salerno", visibile sul sito clamfer.it ) e l'articolo di Mario Montefusco dal titolo "...La filovia rubata fotocronaca di un servizio pubblico a Salerno" ("Il Ponte", maggio 1993, n.7, pag. 10-11). Alleghiamo la carta per intero (Archivio Storico Comunale Cavese della Biblioteca Comunale "C. Avallone") e alcuni zoom utili».

Foto: Cava storie

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