Tu sei qui: Storia e StorieA Cava il ricordo di Salvo D’Acquisto, esempio luminoso di altruismo
Inserito da (Redazione), martedì 1 ottobre 2019 09:00:32
di Patrizia Reso
Ieri mattina, presso la Basilica Ponteficia di Maria SS Incoronata dell'Olmo è stata celebrata una Santa Messa in suffragio dell'anima di Salvo D'Acquisto, per grazia ricevuta, officiata da padre Giuseppe Schiera.
Ricordiamo che la nobile figura di Salvo D'Acquisto oltre ad essere parte integrante della Storia, in quanto Medaglia d'Oro al Valore Militare alla Memoria come "esempio luminoso di altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita", fu fucilato dai nazisti il 23 settembre del 1943, salvando 22 cittadini accusati di sabotaggio a Torrimpietra, oggi Fiumicino, è stata proposta per un percorso di beatificazione, in quanto il suo eroismo è stato più volte equiparato al martirio cristiano. Il processo di beatificazione, avviato da Giovanni Paolo II ancora non si è completato. Le spoglie di Salvo D'Acquisto, oggi Servo di Dio, sono state collocate definitivamente nella chiesa di Santa Chiara, a Napoli.
Siamo nel 1939. Salvo D'Acquisto è in età di leva militare. Espleta il suo servizio presso l'Arma dei Carabinieri. In concomitanza dello scoppio della guerra, nel '40, Salvo viene inviato a Tripoli dove contrae un'enterocolite conseguente ad una ferita alla gamba. Costretto a rientrare in Italia, ottiene il grado di vicebrigadiere e ovunque abbia prestato servizio, si guadagna la stima e la riconoscenza dei colleghi, anche per la sua profonda fede che lo induce a interpretare la guerra "come lo sforzo dell'umanità per raggiungere un nuovo equilibrio".
Dopo aver ricevuto i nuovi gradi, viene destinato a una stazione alla periferia di Roma, Torrimpietra, su sua esplicita richiesta, che gli offre l'opportunità di stare a contatto con gli ultimi. Benvoluto da tutti, quando viene a conoscenza dell'arresto di 22 compaesani, che sono stati presi dai nazisti e tenuti in ostaggio perché accusati, in modo infondato non veritiero, della morte di un militare tedesco e del ferimento di altri due. D'Acquisto cerca di trattare con i comandi tedeschi, anche grazie all'aiuto di un interprete, ma alla fine il giovane Salvo si autoaccusa quale esecutore dell'azione di guerriglia, a una condizione: devono essere rilasciati tutti gli altri ostaggi. I tedeschi danno ordine di fare uscire tutti dalla fossa, scavata da loro stessi, ad esclusione di Salvo D'Acquisto, che fu giustiziato subito dopo. Aveva solo 23 anni, ma essendo figlio di quel tempo e essendo dotato di una profonda fede, non esitò un solo secondo ad operare la sua scelta.
Esempi di eroismi, per chi non si è mai considerato tale né ha mai aspirato ad esserlo, ve ne sono tanti, proprio perché figli di quel tempo, cioè consapevoli che avrebbe potuto fare la differenza attraverso le proprie scelte e non restando indifferenti. Ricordiamo ad esempio il nostro concittadino Pasquale Capone, capitano di artiglieria, che pur di salvare un drappello di contadini destinati a morte certa, non esitò anche lui a fare fuoco per offrire loro l'occasione di fuggire dai loro aguzzini, in località Castagneto. Il Capone, anche lui insignito di Medaglia d'Oro alla Memoria, venne preso e fucilato.
Un altro conterraneo, ebolitano, sempre Medaglia d'Oro, il maresciallo maggiore di Finanza Vincenzo Giudice, similmente all'atto di eroismo di Salvo D'Acquisto, si propose e si autoaccusò per salvare la vita di 72 persone, quando comandava la Brigata Marina di Carrara. Queste 72 persone, comprese moglie e figlia di Giudice, furono ugualmente prese per rappresaglia in seguito all'uccisione di un soldato tedesco. Furono radunate presso la scuola locale, quando il Giudice si presentò offrendo in cambio la propria vita e spogliandosi dei sui abiti di finanziere, per non concedere dinieghi pretestuosi alla sua offerta. I Nazisti non solo fucilarono Giudice, quel 16 settembre 1944, ma procurarono la morte a tutti quegli inermi cittadini, facendoli saltare in aria con le bome e finendoli con il lanciafiamme.
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