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Tu sei qui: SezioniAttualitàE' di nuovo crisi all'ex Litosud
Scritto da Il Mattino (admin), lunedì 5 novembre 2001 00:00:00
Ultimo aggiornamento lunedì 5 novembre 2001 00:00:00
Possibili licenziamenti alla Impress Metal-Capolo Spa. Sessanta posti di lavoro a rischio per scelte solo di profitto, che i vertici aziandali potrebbero adottare da qui a breve tempo. L'aria di crisi dello scatolificio di via Gaudio Maiori, già Litosud, ha messo in allarme gli operai. Pare sia già pronta la messa in cassa integrazione dei 20 lavoratori fissi del settore scatolificio. Mentre ai circa 40 stagionali della stessa linea, il cui ciclo lavorativo è terminato il 30 settembre, non verrà data la possibilità di rinnovo del contratto per la prossima stagione lavorativa. «L'azienda non attraversa uno stato di crisi - dichiara Vincenzo Coppola, responsabile regionale della Cisal-Failms - per cui i possibili licenziamenti o la messa in mobilità dei 60 lavoratori della linea scatolificio della Impress Spa sono ingiustificati. I dirigenti dell'azienda smentiscano queste voci se pensano che siano infondate».
Le preoccupazioni
Ma a quanto è dato sapere, provvedimenti relativi ad una sensibile riduzione del personale sono più che una voce, tanto che sia i lavoratori stagionali che i fissi, allarmati, si sono rivolti alle rispettive organizzazioni sindacali per essere tutelati. «Ci risulta che l'Impress Spa abbia ceduto ad altre aziende l'intera produzione dello scatolificio, circa 80 milioni di scatole - dice Coppola - perché più conveniente per loro, senza peraltro avvisare le rappresentanze sindacali e senza indicare un'ipotesi di collocazione per i 60 lavoratori del settore». L'importante azienda che opera nel settore della lavorazione della banda stagnata ogni anno assume circa 80 stagionali, oltre ai 120 lavoratori a tempo pieno, assunzioni che sono state effettuate anche quest'anno, per cui nulla faceva presagire ad uno stato di crisi tale che potesse addirittura mettere in pericolo posti di lavoro. «Il mio sindacato si sta mobilitando per salvaguardare i posti di lavoro ed attueremo ogni iniziativa utile allo scopo, senza badare a tessere politiche o sindacali. Infatti - continua Coppola - siamo in attesa che i responsabili dell'azienda diano una risposta alla nostra richiesta di convocare tutte le rappresentanze sindacali per discutere della vicenda. Anzi, la Cisal sta interessandosi della questione "stagionali" nella sua interezza. Non è possibile che operai svolgano un lavoro stagionale per 27 anni, senza avere la possibilità di un'assunzione a tempo pieno ed indeterminato». Gli operai sono intenzionati ad appoggiare il sindacato in ogni sua azione. «Interesseremo le istituzioni provinciali e comunali, su quanto sta accadendo alla Impress - dichiara Luigi Loffredo, operaio stagionale - L'azienda anche quest'anno ha proceduto a nuove assunzioni, oltre le solite del periodo estivo. Questo a dimostrazione che la crisi è inesistente e che l'operazione che i vertici aziendali stanno per attuare va nel segno del solo profitto, senza curarsi di mantenere i normali livelli occupazionali».
Ma la linea di lotta del sindacato è molto più articolata. «È vero che gli stagionali, oggi in disoccupazione con la relativa indennità Inps, hanno chiuso il loro rapporto di lavoro il 30 settembre - conclude Coppola - però, proprio il loro stato di eterni precari ci autorizza ad avviare una serie di vertenze di lavoro in danno all'azienda. Per il problema specifico, la prossima settimana mi incontrerò con Marco Cicala, del dipartimento lavoro del ministro Antonio Marzano, al quale chiederò di intervenire per salvaguardare non solo la linea in presunta crisi, ma l'intera azienda da un probabile smembramento». L'importante azienda cavese ciclicamente è interessata da una crisi che poi si rivela fittizia. Nella prima metà degli anni '80, quando la sua denominazione era Litosud, ad una presunta crisi seguì la vendita dell'azienda. Fatto che si è ripetuto anche nella seconda metà degli anni '90, portando all'acquisizione dello scatolificio dall'attuale Impress Metal Spa. Tutto, senza che sindacati e lavoratori potessero intervenire, soprattutto in presenza, ogni volta, di una sensibile riduzione dei livelli occupazionali.
Lo stabilimento gestito da olandesi
Gli stabilimenti cavesi della Impress Packaging Capolo Spa fanno capo ad una multinazionale olandese con sede ad Amsterdam. Nell'azienda di via Gaudio Maiori, sono occupati 120 dipendenti a tempo pieno ed indeterminato. Nel periodo che va da marzo a settembre la produzione di scatolame per le aziende agro-alimentari della zona, soprattutto conserviere, dà la possibilità ad altre 80 unità stagionali di lavorare.
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