Tu sei qui: Salute e BenessereCadaveri finti e coperte sporche di sangue, la singolare protesta dell'Uboro sull'ospedale di Cava de' Tirreni
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), mercoledì 17 novembre 2021 09:15:48
L'Uroboro, l'associazione che opera sul territorio di Cava de' Tirreni nell'ambito socio culturale, ha organizzato una protesta per denunciare i disagi dell'ospedale "Santa Maria Incoronata dell'Olmo". Ieri mattina, nei pressi del nosocomio, sono comparsi cadaveri finti a terra, coperti da lenzuola sporche di sangue e uno striscione che recitava «non siamo arrivati in tempo al Ruggi».
«Cava de' Tirreni è la prima città della provincia di Salerno per numero di abitanti dopo il capoluogo - dichiara in una nota Gennaro Portofino, portavoce dell'associazione -, e non può avere un presidio ospedaliero, il Santa Maria dell'Olmo, con servizi ed operatività ridotti ai minimi termini».
«Nella città di Cava - continua Portofino - non si registrano nascite da anni, i reparti funzionanti sono sempre di meno, e pare sia prossima anche quella che potrebbe essere la chiusura definitiva del pronto soccorso. La spending review attuata da ormai anni in tutta Italia non può riguardare la Sanità: un servizio così importante deve essere un diritto primario e garantito di ogni cittadino».
«Si punta a centralizzare tutto sul presidio ospedaliero Ruggi di Salerno, con lo scopo di creare un unico grande polo provinciale - conclude il portavoce dell'Associazione l'Uroboro -, e nel frattempo i cittadini cavesi ed i lavoratori del settore sanitario locale continuano ad essere le vittime sacrificali di questa inaccettabile situazione. Da mesi si vocifera di presunti milioni di euro in arrivo per il potenziamento della struttura e di nuovi medici in assunzione, ma resta il fatto che nulla di concreto sia stato fatto negli ultimi anni. Che questa protesta serva dunque a sollecitare le amministrazioni responsabili, finora completamente assenti; dal canto nostro continueremo a tenere alta l'attenzione su questa problematica cittadina, pronti a portare avanti le nostre proteste e manifestazioni nelle prossime settimane».
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