Tu sei qui: PoliticaVoto di scambio, Musumeci alla Digos
Inserito da Il Salernitano (admin), martedì 18 novembre 2003 00:00:00
Ieri mattina, presso la sezione Digos di Salerno, è stato ascoltato Francesco Musumeci, consigliere comunale d'opposizione (sponda Democratici di Sinistra), in merito alla vicenda del voto di scambio, che vede implicati il sindaco Alfredo Messina, il suo capostaff Pasquale Petrillo ed il presidente del Consiglio, Giovanni Baldi. Una querelle sollevata dal dipendente comunale Vincenzo Lambiase, secondo il quale il sindaco Messina avrebbe costretto il collega Baldi a ritirare la sua candidatura a primo cittadino della Valle metelliana. Franco Musumeci, anche lui candidato a sindaco (per la sinistra) nelle passate elezioni amministrative, ieri mattina ha risposto alle precise domande degli inquirenti, che mai come ora hanno bisogno di nuove rivelazioni per arrivare alla verità. Non si conosce, tuttavia, l'esito del colloquio, durato un'ora circa. Bocche cucite e mura senza orecchie. Le indagini vanno avanti nel più stretto riserbo, per evitare conclusioni troppo affrettate. Ovviamente, il consigliere diessino non ha potuto rilasciare alcuna dichiarazione in merito al suo colloquio, come impostogli dalla magistratura. Ma l'esame dei fatti accaduti all'epoca delle passate elezioni amministrative da parte di Franco Musumeci non è stato il primo né sarà l'ultimo. Sono stati ascoltati in precedenza, infatti, sia il consigliere comunale Daniele Fasano che l'attuale assessore alla Città Sicura, Alfonso Laudato, che sabato scorso ha rilasciato la sua versione dei fatti agli inquirenti della Digos. Secondo lo stesso Laudato, candidato anch'egli a primo cittadino per l'UDC, le cose non sarebbero andate come sono state raccontate da Lambiase, ma in modo diametralmente opposto. Infatti, secondo l'esponente della Giunta Messina, Giovanni Baldi ritirò la sua candidatura non per far posto ad Alfredo Messina, ma perché non avrebbe sopportato la pressione politica di alcuni componenti della schiera politica. Sul taccuino degli inquirenti, comunque, sono finite anche altre personalità politiche cavesi informate sui fatti. La lista di chi può parlare è stata fornita al Procuratore della Repubblica, Massimo Lo Mastro, direttamente dai legali Clarizia e Senatore, difensori di Vincenzo Lambiase. Altri interrogatori che potrebbero fare luce sul caso sono previsti per i prossimi giorni.
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