Tu sei qui: PoliticaStagionali nel Salento, l'inchiesta TPI svela realtà sfruttamento. Conte: «Basta dare la colpa al Reddito di Cittadinanza»
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), mercoledì 31 agosto 2022 08:47:08
Mentre molti ristoratori si lamentano della mancanza di personale incolpando il reddito di cittadinanza, alcuni dipendenti del Salento sono costretti ad accettare condizioni di lavoro da fame. A rivelarlo è l'inchiesta esclusiva di TPI, realizzata da Massimiliano Andretta e Sara Giudice.
Questi ultimi, fingendosi dei lavoratori stagionali, hanno raccontato come vivono i lavoratori tra nero, contributi non pagati e condizioni di vita disumane. A lavoro 7 giorni su 7 per 12 ore al giorno, retribuiti circa 3,5 euro l'ora, senza riposo settimanale e senza contratto. Una "busta paga più leggera per non pagarci i contributi", giustificano i datori di lavoro nel video pubblicato in esclusiva da TPI. (per guardarlo clicca qui).
Il video inchiesta non è sfuggito a Giuseppe Conte, leader del M5s, che sui social ha commentato: «Per mesi ci siamo sentiti dire che non si trovavano lavoratori stagionali per colpa del Reddito di cittadinanza, una fake news smentita dai dati dell'INPS ma amplificata da esponenti del centrodestra e dai media compiacenti. Questa coraggiosa video inchiesta di TPI, realizzata in Salento, svela una realtà fatta di lavoro nero, paghe da 3 euro l'ora, contributi non versati, violazione dei diritti umani. Italiani e stranieri costretti a lavorare anche per 18 ore al giorno, senza osservare alcun riposo settimanale, stipati in seminterrati e alloggi dormitorio addirittura privi di servizi igienici. Di fronte a episodi come questi è impossibile voltarsi dall'altra parte. Per me e per il Movimento 5 Stelle la lotta contro lo sfruttamento lavorativo continuerà ad essere un elemento imprescindibile, il faro della nostra azione politica. Dobbiamo consegnare ai nostri figli un Paese che rispetti la dignità del lavoro e delle persone, a cominciare da quelle più deboli e vulnerabili. Chi intende imboccare altre direzioni sappia che dovrà fare i conti con noi».
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