Tu sei qui: PoliticaSenatore invoca la magistratura
Inserito da (admin), mercoledì 18 gennaio 2006 00:00:00
Da uomo di destra di base della prima ora, a dire di qualche cretino, non più "ufficiale", ma "sottoufficiale", non posso che stigmatizzare quanto accade nel mio Paese di origine, nel fronte oggi avverso. Mentre a Roma la gloriosa Fiamma Tricolore appoggia, con enorme contraddizione in termini, l'alleanza con F.I. e AN., qui a Cava, invece, essa è contro AN. Perché mai Rauti, che prima ha entusiasmato la mia anima giovanile (con la destra sociale - anima di "sinistra", all'interno del MSI-DN-Almirantiano), è uscito da AN., gridando al tradimento, per poi, oggi, e anche ieri, allearsi con AN. Qual è la differenza? Perché allora non rimanere all'interno di AN., restando come spina nel fianco - come destra sociale - in opposizione a Fini? Perché ci abbandonò al massacro finiano, nonostante molti di noi per lui sono morti e alcuni hanno persino conosciuto le prigioni politiche. Questo non lo capirò mai. Mi auguro che qualcuno un giorno scriva, a proposito, qualche pagina di storia. Quanto invece ai richiami affettuosi di Pierfederico De Filippis e di Germano Baldi. Il primo ha ragione e da lui, che proviene da scuole democristiane universitarie, esponente politico di spicco e figlio d'arte, accetto qualsiasi lezione politica, mentre da Germano, mio grande amico e consulente medico personale di parte, a cui spesso mi affianco, accetto solo lezioni di medicina legale. Germano, chiamato affettuosamente così, non solo per i legami di amicizia ed anche di riconoscenza che nutro per lui, per quello che un giorno egli fece per me, ma anche per non confonderlo con il cugino, Giovanni, lega insieme, nel suo accorato appello ad abbassare i toni, Senatore e Laudato. Nella mia vita politica non ho mai attaccato per primo, ed ho sbagliato, perché lui sa, come me, avendo frequentato e praticato anch'egli a livello molto più alto, scuole di arti marziali, che chi colpisce per primo vince ed evita ferite. Mi sono solo limitato, con una critica politica accesa, a difendermi, forse con forza inaudita e talvolta eccessiva, ma sempre per legittima difesa e giusto motivo. Altra cosa, invece, è Laudato, che stimo solo come medico (è, come ebbe egli a definirsi, "il suricato" di Messina, animale parente prossimo alle "zoccole di fogna"). Avevo previsto il secondo e recidivo ritiro di Baldi dalla competizione per Sindaco di Cava. Questa volta il "killeraggio" politico gli viene da Laudato, che ben conosce il tallone di Achille di Giovanni Baldi, rappresentato dal posto che ricopre, che per legge lo rende incandidabile e moralmente ineleggibile e incompatibile. Giovanni Baldi, che è una persona mite, buona, debole, e per questo amata, anche da me, nonostante gli errori clamorosi, l'ultimo accettare a suo fianco chi lo denigrò ingiustamente persino sui muri della sua Santa Lucia, dove lo adoravano e dove stava rischiando l'onore suo e della forte e fiera razza dei Luciani, non può competere con il "suricato". Per questo egli mi troverà al suo fianco, come a suo fianco mi ha sempre trovato chi è stato vittima di soprusi, angherie ed estorsioni. Questo non è il modo di fare politica e mi auguro che finalmente Giovanni, spalleggiato da tanti che come me gli vogliono un bene dell'anima, trovi la forza e il coraggio di parlare, confessando tutto quanto, fin ad oggi, ha subito. Ci sarà chi al posto suo tirerà poi le somme. Perché se, come la volta scorsa, è vero quello che si dice in giro, notizie criminis che stesso domani porterò agli organi giudiziari competenti, e nelle aule giudiziarie nei processi che a breve si terranno e che vedranno come attori, in ruoli diversi, Messina e Lambiase - 31/01/06 e 11/04/06 - la fattispecie giuridica che si intravede, lasciata ogni ulteriore e migliore qualificazione e valutazione in ordine alla esistenza o meno della stessa al Magistrato penale competente, è l'estorsione politica a fini elettorali. Bene farebbero, quindi, il Commissario Prefettizio di Cava de'Tirreni, il Prefetto, il Ministro degli Interni, la Procura della Repubblica, la Digos e quant'altri delegati a tanto, e a cui il presente comunicato viene inviato per gli approfondimenti del caso, ad indagare ora e non dopo la campagna elettorale, che si presenta strana, inquinata ed infuocata, legando questi episodi anche a quanto di altrettanto strano e oscuro accadde, cinque anni fa, guarda caso, sempre a Giovanni Baldi, due giorni prima della sua candidatura a Sindaco. A Giovanni va tutta la mia solidarietà umana, personale e professionale, e la mia disponibilità a difenderlo, pur sapendo che egli fa bene a non candidarsi, così come fa bene a lasciare presto coloro che gli sono a fianco quando ne hanno bisogno, pronti ad accoltellarlo alla schiena non appena si volti. La democrazia a Cava è in pericolo. Il mio appello, invece, caro Germano e caro Pierfederico, e a tutti gli uomini, come voi, onesti, forti e coraggiosi, perché il nostro amato Paese, mai come adesso in pericolo, venga difeso dalle mani di "delinquenti politici", spregiudicati e affaristi, della peggiore specie e risma.
Alfonso Senatore
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