Tu sei qui: PoliticaResa dei conti a Palazzo
Inserito da (admin), venerdì 8 aprile 2005 00:00:00
Nasce nella Casa delle Libertà il "caso Cava". Nella città metelliana vince Bocchino, si ribalta la situazione del 2000 e grazie al fenomeno Baldi c'è una grande affermazione dell'Udc. Eppure, all'indomani del voto la crisi nello stesso centrodestra si fa più forte e mette a rischio il "Messina-bis". In Forza Italia Renato Salerno, dissidente da tempo, denuncia l'arroganza politica del gruppo dirigente ed indica in Gigetto Durante uno dei maggiori responsabili dello sfascio. Campanile, coordinatore cittadino, e Mosca abbandonano la seduta di Forza Italia. Resa dei conti anche nell'Udc ed in An. Ma procediamo con ordine. Dopo la lettura dei dati elettorali, Messina dichiara la sua soddisfazione per il risultato, che è anche una conferma della sua Amministrazione, ma avverte un clima poco sereno. Riesplode la rivolta dei mesi scorsi, sopita nel periodo elettorale. «É inimmaginabile il danno che ci provochiamo noi stessi», commenta amareggiato il sindaco Messina. In Forza Italia si avvertono forti fibrillazioni. Ultimo episodio, l'incontro per l'indicazione dei presidenti delle Circoscrizioni. Per l'assenza di Renato Salerno, a suo dire non invitato volutamente, Giovanni Campanile, coordinatore cittadino, e Silvio Mosca abbandonano la seduta e salta l'indicazione dei nomi. Salerno denuncia con forza l'arroganza politica del gruppo dirigente: «Si continua a consumare una spartenza politica tra i soliti di "Confronto"». Ed indica in Gigetto Durante, fondatore di "Confronto", da cui provengono Messina e Petrillo, uno dei maggiori responsabili della crisi. Ai dissidenti "soliti", Mosca, Ventrello, Maddalo, Salerno ed Apicella, potrebbero dunque aggiungersene altri, come Campanile e Pesante. Una lenta agonia per un partito che aveva ottenuto un ampio consenso nella città. Ma la notte dei lunghi coltelli è iniziata anche nell'Udc ed in An. Baldi è stato chiaro e lo ha ripetuto con forza: nell'Udc è tutto da rifondare. In An la pesante sconfitta e la mancata elezione dei candidati sostenuti da Cirielli e Gasparri ripropongono la convivenza tra le due anime. Una situazione aggravata dall'uscita di Marco Galdi e dal timore che possa cadere quella che era stata indicata come la nuova primavera di An, con uomini come Marcello Murolo, Giovanni Cannavacciuolo, Fabio Siani ed altri che, entusiasticamente, avevano dato l'avvio ad un nuovo corso.
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