Tu sei qui: PoliticaPolemiche sul codice di Gravagnuolo
Inserito da (admin), mercoledì 16 gennaio 2008 00:00:00
Il codice di comportamento degli assessori e dei consiglieri comunali, imposto da Gravagnuolo e votato dall'intera maggioranza, continua a far discutere. Duro il commento del centrodestra, scettico per alcuni, di difficile interpretazione per altri tra i segretari e dirigenti di partiti dell'Unione.
«È stato il suggello ad una seduta consiliare di autocelebrazione di Gravagnuolo, con particolare applausometro di paggi che trovano spazio nella corte del sovrano solo grazie a lui - sbotta Laudato di Fi - Non si sono resi conto che così hanno contribuito a far morire la democrazia del Consiglio comunale. Con Messina e gli altri componenti del gruppo azzurro ci sentiamo gli unici e veri oppositori al tiranno e l'unica voce libera». «È qualcosa che Gravagnuolo può e deve chiedere alla sua maggioranza, non certamente a noi», aggiunge Fabio Siani, capogruppo di An. «Il rispetto delle regole, delle norme e degli impegni assunti ci appartengono costituzionalmente, non abbiamo bisogno che ci vengano imposte con un ordine del giorno che d'altra parte è riferito solo ad una parte», osserva Giovanni Baldi, leader dell'Udc.
In città si parla di un atto irrituale, forse Cava è l'unico Comune dove un sindaco mette all'ordine del giorno di un Consiglio comunale un codice di comportamento che è riferibile solo a quanti appoggiano l'Amministrazione. «Era e doveva essere un atto interno alla sua coalizione», è il commento generale. Ed i segretari dei partiti spogliati della loro funzione? «Gravagnuolo non può fare a meno dei partiti, lo hanno scelto e sostenuto con lealtà e responsabilità. I consiglieri comunali sono espressione dei partiti e non certamente del sindaco. Abbiamo compreso le sue preoccupazioni, ma la maggioranza non è venuta mai meno», dichiara Franco Lupi, che non sembra preoccupato della irritualità dell'atto.
Altri, come il segretario dello Sdi, Luigi Avella, riconoscono che è vero che gli assessori sono stati indicati dai partiti, ma debbono dare conto al sindaco del loro operato, di qui la necessità di regole. Ed i consiglieri? Avella tergiversa, non risponde e lascia scivolare. È il segno della resa dei partiti al governatore Gravagnuolo.
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