Tu sei qui: Politica‘Messina vuole un partito personale'
Inserito da (admin), venerdì 29 ottobre 2004 00:00:00
Si allungano i tempi per la soluzione della crisi. Dura posizione assunta in Forza Italia da parte di Renato Salerno e Giovanni Campanile. Si acuisce nel partito degli azzurri lo scontro tra le due anime, quella di Confronto e quella proprio di Forza Italia. L'Udc ed An stanno alla finestra. Ad infiammare la già esplosiva situazione ci pensano Renato Salerno, capogruppo azzurro dimissionario, e Giovanni Campanile. In una lettera aperta al sindaco Messina, gli contestano di non aver mai rinunciato ad essere uomo di Confronto e non di Forza Italia. Forse l'ingresso in Forza Italia (allora si disse che Messina e Petrillo avevano traghettato l'intero gruppo di Confronto in FI) fu strumentale: occorreva una grande forza per portare avanti il loro disegno, Messina sindaco. Fu un traghettamento di facciata e gli ultimi avvenimenti, uniti a quelli precedenti, lo confermano. Di qui la mortificazione del ruolo politico dei partiti. Un inizio scoppiettante, quello di Salerno e Campanile, che imputano proprio al gruppo di Confronto, prima a Petrillo ed oggi a Luigi Durante, le maggiori responsabilità del fallimento del progetto politico-amministrativo di Forza Italia. «Ci eravamo impegnati - scrivono nella lettera i due consiglieri azzurri - per ricreare nel partito un rapporto pacifico, democratico, di grande collegialità e di pieno appoggio alla attività del sindaco. Purtroppo, il tutto è stato vanificato dalla nomina inconsulta ed irresponsabile del consigliere Luigi Durante a segretario particolare del sindaco». Durante è un uomo di Confronto. Ne è stato il fondatore ed uno dei maggiori sostenitori, unitamente a Petrillo, della candidatura di Messina a sindaco. «In breve tempo - aggiungono - nonostante la sua trentennale esperienza politica di cui si fregia, ha rotto l'unità con An e l'Udc, gli alleati di Forza Italia, e poi si è assunto il ruolo di scavalcare il partito locale, il coordinamento provinciale, tentando in extremis, alla vigilia del voto in Consiglio, un accordo con Edmondo Cirielli. Un fatto, quest'ultimo, gravissimo: tutti ne erano all'oscuro, tranne lui ed i suoi due alfieri Alfonso Carleo e Carmine Adinolfi». Una manovra, unita alle tante altre messe in cantiere in queste frenetiche settimane, che ha suscitato lo sconcerto in Forza Italia e rafforzato un'idea: «Sono chiare le mosse del sindaco e del suo segretario particolare: dare vita al partito del sindaco con un comitato ristretto di aderenti». Accuse pesanti. «Dopo tre anni di lotte politiche interne, bisogna cambiare le regole - concludono -altrimenti riteniamo che sia più dignitoso ed onorevole per tutti andare a casa e restituire la parola agli elettori».
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