Tu sei qui: PoliticaMessina non molla, Galdi "chiama" Baldi
Inserito da (admin), lunedì 11 luglio 2005 00:00:00
Marco Galdi, leader di "Progetto Cava", apre a Giovanni Baldi. Messina si prepara ad adire la Corte Costituzionale. A sinistra continua la polemica con il centrodestra. Qualcosa incomincia a muoversi, dunque, in ottica amministrative 2006. In vista nuovi scenari, aggregazioni e convergenze. Marco Galdi, che nei mesi scorsi, dopo aver rotto definitivamente con An, aveva dato vita con giovani professionisti, associazioni e movimenti culturali al movimento "Progetto Cava", guarda con attenzione a quanto accaduto in questi giorni: «Ho apprezzato il coraggio di Giovanni Baldi e degli altri consiglieri di area moderata che si sono assunti la responsabilità di segnare una chiara discontinuità con la politica fallimentare di Messina. Credo che siano maturi i tempi per avviare un serio confronto sui reali bisogni della città con Giovanni Baldi e con i moderati. Attendo di conoscere il progetto politico di Baldi per valutare possibili convergenze». Un segnale forte dall'una e dall'altra parte: Baldi per la discontinuità con Messina e Galdi per una cauta apertura. Messina, intanto, è già in campagna elettorale, rinserra le fila ed è pronto a dare battaglia. L'ex sindaco ha deciso: ricorrerà alla Corte Costituzionale per far dichiarare incostituzionale la norma della decadenza del sindaco senza il voto del Consiglio comunale: «É mancato il voto politico alla sfiducia e, soprattutto, l'elezione del sindaco avviene con un voto disgiunto. É una battaglia lunga, ma non demorderò». In attesa della nomina del commissario prefettizio, Messina non si ferma. Venerdì scorso ha proceduto alla nomina del Consiglio d'Amministrazione della Metelliana Parcheggi, la società del Comune che gestisce i parcheggi: presidente Alfonso Laudato, consiglieri Carmine Salsano e Pasquale Santoriello. Sulla crisi del centrodestra, intanto, torna il capogruppo diessino, Antonio Armenante: «É la storia di un fallimento, quello del centrodestra, il senso vero dell'operazione realizzata nei giorni scorsi. Potevano contare su 24 consiglieri comunali su 31, eppure non sono stati mai maggioranza». Dura la reazione del centrosinistra al manifesto fatto affiggere da Messina sui muri della città. I partiti ed i consiglieri comunali dell'opposizione hanno stigmatizzato l'azione di Messina. I primi sono stati durissimi ed hanno spiegato alla città il senso della loro azione. «Abbiamo reso possibile ciò per cui per quattro anni abbiamo lavorato: la caduta di Messina e del centrodestra»: è la voce di Armenante, Passa, Ragni, Salsano, Pisapia, Musumeci e Coppola. I partiti del centrosinistra hanno affermato: «Il progetto Messina è miseramente fallito. I partiti dell'opposizione hanno firmato per mettere fine ad un'agonia della città che durava da tempo. Ci proponiamo alla guida di Cava per un suo rilancio economico, produttivo e sociale, forti del nostro progetto di città (Cava, Città della Qualità)». A destra, intanto, parte l'offensiva di An nei confronti dell'Udc, ed in particolare dei dirigenti provinciali Della Pietra e Di Rosario. Se ne fa interprete Luigi Napoli, già vice-sindaco della Giunta Messina: «Sono i maggiori responsabili. Sapevano ed hanno avallato l'operazione, affossando in Provincia il progetto della Casa delle Libertà ed a Cava un'Amministrazione che rappresentava il fiore all'occhiello delle Amministrazioni del centrodestra. Hanno fatto vanificare anni di lavoro. Un rallentamento della vita della città che peserà pesantemente sullo sviluppo della stessa».
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