Tu sei qui: PoliticaMessina in bilico, guerra di carta bollata
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 10 gennaio 2002 00:00:00
Commissariamento, incompatibilità o prescrizione dei termini. A tener banco a Palazzo di Città è la vicenda del Parco Trapanese, nella quale il sindaco Alfredo Messina (nella foto in alto) deve rispondere per abuso d'ufficio. Dall'Aula di Giustizia di Salerno è arrivata la notizia dell'ordinanza della II Sezione Penale - pronunciata solo nella tarda serata di lunedì, al termine di 4 ore di camera di consiglio - che ha accolto la costituzione di parte civile di Teodoro Iacobucci. Questo è quanto hanno deciso i giudici, rigettando la richiesta della difesa di prescrizione, dando, però, tempo ai legali di presentare la documentazione nella prossima seduta, fissata per il 16 aprile.
Gli scenari
L'andamento dell'udienza ha scatenato una ridda di voci: rischio incompatibilità per Messina? La domanda è rimbalzata sin dalle prime ore della mattinata. Con le sedi dei partiti di opposizione e le stanze degli studi legali affollate fino a tarda sera, per mettere a punto le prossime mosse a colpi di carta bollata. Il piano consiste nel far scattare il conflitto di interessi: il Comune, rappresentato da Iacobucci, contro Messina, primo cittadino ed imputato. La levata di scudi da parte della maggioranza, peraltro scontata, non si è fatta attendere: «strumentalizzazione politica» tra il detto e il non detto. Mentre Messina è apparso tranquillo, anche se trincerato nella sua stanza, immerso in una giornata di super lavoro. A pronunciarsi è, invece, il suo avvocato, Giovanni Del Vecchio (nella foto al centro): «L'ordinanza presenta aspetti inquietanti, in quanto apre la strada ad inimmaginabili azioni popolari di carattere correttivo anche di provvedimenti amministrativi. Il Tribunale ha ignorato il principio, condiviso dalla Corte di Cassazione e dal Consiglio di Stato, secondo cui è necessario la totale inerzia dell'Ente per legittimare l'azione popolare». Secondo la ricostruzione della difesa, ci sarebbero quattro delibere - due di Giunta ed altrettante di Consiglio comunale, l'ultima dell'ottobre scorso - che avrebbero espresso la volontà del Comune di non costituirsi parte civile». Ancora più caustico sulla questione di un'eventuale incompatibilità: «Ritengo che, allo stato, questo rischio non vi sia». Chiara la possibilità di ricorso: si tratta di vedere cosa dice l'ordinanza in questione. I giudici hanno ammesso la costituzione di parte civile, premessa questa ineluttabile per far scattare l'incompatibilità, cui non avrebbe fatto seguito, però, l'integrazione con la notifica dell'ordinanza di contraddittorio con il Comune. Un passaggio chiave per far trovare il sindaco nella duplice veste di imputato e difensore dei presunti danni arrecati al Comune. Secondo la tesi dell'accusa, avanzata dagli avvocati, si potrebbe procedere per altre due vie: o un'istanza ad una sezione speciale cosiddetta elettorale del Tribunale oppure la richiesta di incompatibilità potrebbe partire dagli scanni comunali, con una convocazione d'urgenza del Consiglio. Entrambe le procedure dovrebbero essere avviate in tempi brevi e con rito abbreviato. L'istanza potrebbe arrivare proprio da Iacobucci: in queste ore il suo avvocato, Francesco Lupi, sta vagliando l'opportunità di dar seguito alla loro azione legale. Intanto, in una riunione fiume nella sede dei Ds, si è discusso per accelerare la convocazione del Consiglio. Una decisione per cui apparirebbe certo l'accordo anche con la frangia dell'opposizione di destra.
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