Tu sei qui: PoliticaLambiase querela Messina
Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 3 novembre 2003 00:00:00
«Ognuno è libero di scegliere la linea difensiva che ritiene più opportuna. C'è chi si difende alla Andreotti e chi sceglie la linea del complotto. Messina farebbe bene a stare zitto ed a non dire che Vincenzo Lambiase è un pregiudicato, pensando ai suoi precedenti. Comunque, parlando a nome del poule di avvocati, dico che presenteremo una querela contro il primo cittadino Messina per diffamazione»: queste le dichiarazioni dell'avv. Roberto Clarizia - uno dei legali del dipendente comunale Vincenzo Lambiase - dopo le frasi, scorrette a detta dello stesso penalista, pronunciate dal sindaco Messina durante la conferenza stampa di venerdì scorso a Palazzo di Città. Un incontro, cui hanno preso parte giornalisti e direttori dei maggiori organi di stampa della provincia di Salerno, convocato per chiarire la posizione del sindaco Messina e quella del capo staff Petrillo in merito alla "vicenda Baldi". La frase di Messina "Lambiase è lo scemo del villaggio" ha fatto andare su tutte le furie il poule di avvocati che difende Vincenzo Lambiase. «Voglio solo ricordare - prosegue Clarizia - che l'avv. Alfredo Messina, con la sentenza 11/25 del 13 novembre del lontano 1996, veniva condannato ad 1 anno e 6 mesi di reclusione, con pagamento delle spese processuali ed inibizione dagli uffici pubblici pari alla pena principale. Poi, il 24 febbraio del '98, la Corte d'Appello di Salerno riformava la sentenza per intervenuta prescrizione, che comunque confermava la declaratoria della falsità del certificato del corpo di reato. Un ricorso dello stesso Messina veniva rigettato in data 24 novembre 1998, con la condanna alle spese processuali ed alla refusione delle stesse in favore della parte civile. Le indagini - conclude Clarizia - faranno il loro corso e poi vedremo chi è lo scemo del villaggio». Parole dure, che alimentano sempre più il "caso Lambiase". Dal canto suo, Alfredo Messina, ai microfoni di "Sindaco in Diretta", trasmissione in onda su Quarta Rete, oltre a rassicurare la cittadinanza cavese, ha commentato: «Quello che è accaduto è vergognoso per la politica cavese ed allo stesso tempo poco produttivo. Ricordo che, all'epoca delle elezioni amministrative, tentammo di convincere Giovanni Baldi a non ritirare la sua candidatura a sindaco, ma non ci fu verso. Allora, i vertici scelsero me come candidato a sindaco ed io, anche se non avrei mai voluti candidarmi, decisi che l'avrei fatto per mettermi di nuovo alla prova. Penso che fino ad ora i risultati si stiano notando. Non c'è un briciolo di verità in quello che sostiene Lambiase, come comprovano le numerose tavole rotonde organizzate prima delle elezioni amministrative. Credo che, leggendo il dossier presentato da Lambiase, il procuratore Lo Mastro capirà come vi siano scritte cose inesatte. Sono tranquillo». A questo punto, è lecito interrogarsi come sia possibile che alcuni organi abbiano anticipato la notizia prima che fosse notificato qualche atto. Notifica che poi, come sottolinea Messina, non è mai arrivata. La prova evidente di una strumentalizzazione?
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