Tu sei qui: Politica‘La politica non si fa in tribunale'
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 10 gennaio 2002 00:00:00
L'ammissione della costituzione di parte civile di Teodoro Iacobucci nel processo "Parco Trapanese" ha mandato in fibrillazione le opposizioni. Voci contrastanti sul prosieguo delle procedure e sulle ripercussioni che le stesse avranno sull'Amministrazione Messina si intrecciano nei corridoi di Palazzo di Città. Le opposizioni chiederanno la convocazione di un Consiglio comunale monotematico, con all'ordine del giorno la sfiducia a Messina, che avrebbe dieci giorni per produrre le sue deduzioni. Un voto contrario non fermerà le opposizioni, che potrebbero impugnare la delibera in sede di tribunale ordinario, ma anche un cittadino potrebbe promuovere un'azione popolare. In ogni caso, l'Amministrazione Messina si appresta a vivere momenti agitati. «Ho rappresentato alle scorse elezioni - dichiara Marco Galdi (nella foto in alto), capogruppo consiliare di Azzurri per Cava - l'alternativa sia al centrosinistra di Fiorillo che al vecchio centrodestra di Messina e soci. Negli ultimi mesi ho fatto un'opposizione forte, ma costruttiva (come per lo Statuto comunale). Ora, però, non gioisco: penso che la politica si faccia cercando il consenso della gente, non nelle aule di tribunale». Anche Luigi Napoli (nella foto in basso) non si rallegra delle disgrazie amministrative della maggioranza. «Non posso che trovarmi in difficoltà, come uomo di centrodestra - afferma il consigliere comunale di Alleanza Nazionale - rispetto alla prima vittoria della mia parte politica che potrebbe essere vanificata nelle aule di un tribunale. Un modo di fare politica che non ho mai condiviso. Se ciò dovesse accadere, non potrò che chiedere, a nome di Alleanza Nazionale, le dimissioni del sindaco Messina per dimostrare la sua estraneità ai fatti, con l'augurio che ancora una volta il centrodestra esca vittorioso, unito e granitico da queste vicissitudini o da una probabile nuova competizione elettorale».
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